Escursione ad anello dei tre bivacchi: Loff Vallon Scuro e Costa Curta
Sulle Prealpi Trevigiane, il giro dei 3 bivacchi, che sono, rispettivamente, Loff, Vallon Scuro e Costacurta, è un percorso che si inserisce, probabilmente, tra quelli più conosciuti che si possono svolgere nella fascia prealpina veneta. Partendo dal Passo San Boldo, assai noto per la particolare strada che bisogna percorrere se proveniamo dalla Vallata Trevigiana, l’escursione ai 3 bivacchi è una camminata che ci permette di ammirare una serie di stupendi scorci panoramici che iniziano dalla vasta Pianura Veneta per poi portarci, sul versante opposto, all’estesa Valbelluna con, ovviamente, i numerosi e lontani monti, soprattutto delle Dolomiti, che sovrastano la grande valle; infatti, il percorso prevede, tra un bivacco e l’altro, la “conquista” di due panoramiche cime, che appartengono, rispettivamente, ai monti del Crodon del Gevero e del Vallon Scuro. Molto interessante, inoltre, ma tuttavia non obbligatorio, è il raggiungimento di una terza sommità, anch’essa alquanto nota, probabilmente la più panoramica della zona, che ci permette, infatti, di ammirare uno stupendo panorama che si apre a 360°, “congiungendo” così le sopracitate valli: stiamo parlando della cima del Col de Moi, una vetta comunque raggiungibile da altri sentieri, ma che abbiamo deciso di unire con questo sorprendente giro. Si tratta, infine, di un anello che non presenta particolari difficoltà escursionistiche, rendendolo, quindi, abbastanza accessibile anche ad un neofita, soprattutto dalla primavera inoltrata in poi, data, per di più, la “sicura” presenza di un paio di bivi che mettono in comunicazione le due direzioni del giro.
Indice
I sentieri e il percorso completo per raggiungere i tre bivacchi
Dal Passo San Boldo, ci incamminiamo per la strada asfaltata che si sviluppa a fianco del Ristorante Laris, seguendo le indicazioni per il segnavia 991 che ci conduce al bivio della Malga Campo, nonché alla Casera Favalessa. Seguiamo, ovviamente, le diverse indicazioni per il Rifugio dei Loff, che raggiungeremo dopo aver superato la Forcella Bomboi. Proseguiamo, quindi, diritti per il sentiero che sale con marcata pendenza alla sella del Crodon del Gevero; un breve strappo all’omonima vetta e continuiamo verso ovest per superare la sommità del Vallon Scuro e scendere, di conseguenza, alla Forcella Foran. Da qui, se lo desideriamo, un ulteriore strappo alla cima del Col de Moi, oppure iniziamo a chiudere il giro imboccando il sentiero 2 che porta al bivacco Vallon Scuro. Seguiamo, quindi, le indicazioni per l’ultimo bivacco di questo giro, ricongiungendoci con la Forcella Bomboi, dalla quale manteniamo ancora il segnavia 2 per raggiungere, appunto, la Casera Costa Curta. Restiamo, infine, sull’evidente tracciato, poi sterrato, per ritornare al punto di partenza.
Scheda tecnica
Come raggiungere il Bivacco dei Loff da Passo San Boldo (sentiero 991)
Per svolgere il giro completo, come viene comunemente detto, dei tre bivacchi, il punto di partenza che possiamo definirlo d’obbligo, è il Passo San Boldo, facilmente raggiungibile in auto sia se giungiamo dalla Valbelluna, sia dalla Vallata Trevigiana, che, proprio da quest’ultima valle, risulta assai distintivo arrivarci, poiché dobbiamo percorrere, sempre in auto, la cosiddetta “Strada dei Cento Giorni”, contraddistinta da una serie di stretti tornanti e gallerie costruiti appositamente, a suo tempo, per “abbattere” la notevole pendenza di cui il versante in questione è caratterizzato. Proprio in prossimità del Passo, dal quale incontriamo una certa disponibilità di posteggio, iniziamo la nostra escursione ai tre bivacchi e, soprattutto, al panoramico sentiero in cresta che unisce le rispettive vette del Crodon del Gevero, del Vallon Scuro e del Col de Moi.
Ci avviciniamo al Ristorante Laris, dove, esattamente a fianco, seguiamo subito le indicazioni a noi riguardanti incamminandoci per la strada asfaltata; ignoriamo, successivamente, la direzione del sentiero 2 (il nostro percorso di ritorno) per iniziare a percorrere il segnavia 991, che sale con dolce pendenza ancora lungo l’asfalto, attraversando un piacente bosco, per condurci in prossimità del parcheggio della Malga Campo.
Seguiamo, quindi, di nuovo la direzione per il Bivacco dei Loff, insieme alle indicazioni per la Forcella Foran e il Col de Moi, il nostro secondo, nonché importante, obiettivo, percorrendo la sterrata che ci conduce alla Casera Favalessa, incastonata, quest’ultima, all’interno di un suggestivo spiazzo prativo.
Ad un nuovo bivio, manteniamo, ovviamente, la direzione per il Rifugio dei Loff, salendo con moderata pendenza un “tipico” sentiero di montagna relativamente facile; attraversiamo, di conseguenza, la modesta vegetazione per sbucare presso uno dei primi punti panoramici che, d’ora in poi, caratterizzeranno questa bellissima camminata. Da una splendida visuale che si affaccia, per questo momento, sulla Vallata Trevigiana, nonché sulla vasta Pianura Padana (foschia permettendo…), continuiamo la nostra salita al bivacco, percorrendo ancora un sentiero sufficientemente largo e relativamente facile, caratterizzato solamente da qualche brevissimo strappo più pendente e da alcuni brevi passaggi che presentano una leggera esposizione.
Aggirando, quindi, il versante meridionale del Monte Agnelezze, giungiamo alla Forcella Bomboi, dove tralasciamo, di nuovo, le indicazioni del segnavia 2 per mantenerci sul sentiero 991 ed arrivare, così, al noto Bivacco dei Loff, dove approfittiamo, ovviamente, di dare una lesta occhiata al suo interno: un “rifugio” veramente caratteristico ed intrigante per chi è ammaliato delle bivaccate in montagna; inoltre, il bivacco è collocato in un punto assai strategico, quasi incastonato nelle rocciosi pareti meridionali del Crodon del Gevero, ma, allo stesso tempo, completamente prospettato sull’esteso panorama della Vallata Trevigiana e della pianura veneta.
Il panoramico percorso di cresta, dal Crodon del Gevero al Col de Moi
Dal Rifugio dei Loff, quindi, proseguiamo la codesta camminata verso il nostro secondo scopo, ovvero giungere sul percorso che si sviluppa lungo una scenografica cresta e che, nel contempo, unisce la sommità del Crodon del Gevero al Col de Moi, passando per l’altrettanta sorprendente vetta del Vallon Scuro.
Sino a Forcella Foran
Avanziamo, perciò, per l’evidente sentiero, ancora relativamente facile, ma abbastanza pendente, che risale un pendio erboso che ci porta a raggiungere una sella prativa e svoltiamo, di conseguenza, sulla visibile traccia che sale brevemente verso la nostra destra per raggiungere, quindi, la prima vetta panoramica: il Crodon del Gevero. Da qui, infatti, possiamo iniziare ad ammirare il notevole panorama che caratterizza questa bellissima escursione, ovviamente foschia permettendo, che si apre dalla Valbelluna, nonché dai numerosi monti, Dolomitici e non, sovrastanti, alle circostanti ed ulteriori montagne delle Prealpi Bellunesi, oltre alla vasta distesa pianeggiante della Pianura Padana (per la descrizione più dettagliata dei diversi monti visibili ci riserviamo la completa ammirazione dalla cima più importante di questa uscita, ovvero quella del Col de Moi).
Continuiamo, quindi, con il panoramico tratto scendendo a ritroso dalla sopracitata sommità e proseguendo, di conseguenza, verso ovest, nonché in direzione dell’evidente seconda vetta di questa nostra uscita, ossia quella del Vallon Scuro, riconoscibile dalla propria croce, dopo aver affrontato una breve e moderata ascesa; raggiunta anch’essa, dalla quale continua a regalarci degli scenari panoramici sempre sorprendenti, individuiamo, inoltre, la terza cima che raggiungeremo, sempre se lo desidereremo man mano che proseguiamo.
Iniziamo, per forza di cose, la prima notevole discesa di quest’uscita, lungo una traccia ancora ben evidente, ma che si sviluppa attraverso un declivio erboso parecchio pendente, ma, tuttavia, non particolarmente difficile, accompagnato ancora da una splendida veduta che si affaccia sulla vasta pianura veneta e sul Monte Cesen.
Atterriamo, quindi, all’incrocio della Forcella Foran, un punto contraddistinto dalla confluenza di vari sentieri che giungono dalle diverse località sottostanti. Qui, infatti, possiamo fare una scelta che si basa, principalmente, sulle nostre condizioni fisiche e/o circostanti, ossia iniziare già la via del ritorno, contrassegnata dal segnavia n.2 e caratterizzata, quindi, dal passaggio dei due bivacchi rimanenti in questa uscita, oppure effettuare un ultimo sforzo, impegnativo, ma che sicuramente ne vale la pena, alla vetta del Col de Moi.
Col de Moi
Noi, ovviamente, date le nostre condizioni, non esitiamo molto e decidiamo, infatti, di mantenere la direzione ovest, per seguire le indicazioni per il Col de Moi, ossia l’ultima cima di questa camminata (segnavia 991 su cartina Tabacco, 2313 in loco).
Affrontiamo, quindi, un’ulteriore ascesa, lungo una traccia ancora ben visibile e della medesima difficoltà affrontata sin d’ora, ma che, tuttavia, essa risulta essere la più ripida dell’intera escursione: una cima, insomma, che si fa alquanto desiderare! Ciò nonostante, la vetta del Col de Moi, contraddistinta anch’essa dalla propria croce, ci regala, come anticipato sin dall’inizio della camminata, un sorprendente terrazzo panoramico che spazia ben a 360° dalla pianura alla montagna: dalla vasta Pianura Padana che, visibilità permettendo, la visuale arriva sino alla Laguna di Venezia e i Colli Euganei, passando per principali monti delle Prealpi Bellunesi, come il Massiccio del Grappa, il Monte Cesen, il Col Visentin, il Monte Pizzoc, sino ad arrivare alle vette dell’Alpago; passiamo, quindi, sulla grande distesa della Valbelluna, incorniciata dai sovrastanti e notevoli gruppi montuosi già, sostanzialmente, delle Dolomiti, dove possiamo individuare le Alpi Feltrine, le Pale di San Martino, le Dolomiti Agordine, di Zoldo e le Dolomiti Friulane.
Giro ad anello per i bivacchi Vallon Scuro e Costa Curta
Arrivati a questo punto, ci troviamo praticamente a metà della nostra camminata e, dalla sommità del Col de Moi, iniziamo il conseguente percorso di ritorno che ci porta ancora alla scoperta dei restanti due bivacchi previsti sin dall’inizio dell’uscita, ossia il Vallon Scuro e il Costa Curta.
Se desideriamo a tutti i costi effettuare completamente un’escursione ad anello, sempre dalla codesta sommità possiamo allungare ulteriormente il percorso proseguendo in direzione di Praderadego (segnavia 991-2313) e scendendo sino alla Malga Guarnieri; da qui, imbocchiamo il sentiero 2 non verso il Passo, ma in direzione nord, est, ancora nord e poi sud, che si sviluppa, quindi, verso il Pian di Foran e ritorna, successivamente, all’omonima Forcella.
Ritorniamo, perciò, a ritroso dalla sopracitata vetta, per ritornare alla Forcella Foran, dalla quale imbocchiamo, adesso, il sentiero 2 (2314) che sale con discreta pendenza lungo una facile e larga sterrata, che si inoltra all’interno di un rilassante e fitto bosco, per poi “rigettarsi” presso dei nuovi scorci panoramici che si affacciano, da adesso in poi, esclusivamente sul territorio bellunese, giungendo così al grazioso Bivacco Vallon Scuro, anch’esso panoramico.
Da qui, seguiamo le indicazioni, di nuovo, per il Bivacco dei Loff, che non raggiungeremo, e dell’ultimo bivacco dell’uscita, ossia la Casera Costa Curta, proseguendo, di conseguenza, in moderata discesa attraverso un largo sentiero, sempre relativamente facile, che ritorna nel bosco. Giungiamo, per forza di cose, al bivio incontrato nell’andata della Forcella Bomboi, dal quale, adesso, per continuare a svolgere il ritorno ad anello, manteniamo il segnavia 2, imboccando, quindi, l’evidente tracciato che prosegue sulla sinistra. Percorriamo, di conseguenza, una traccia stretta, ma ancora relativamente facile, che si sviluppa sull’erboso pendio occidentale del Monte Agnellezze e che continua moderatamente a scendere accompagnato dalle ultime panoramiche viste dello scenario settentrionale di questa camminata.
Passiamo, successivamente, degli ulteriori tratti boschivi che ci portano a giungere presso l’ultimo bivacco dell’uscita, ossia la Casera Costa Curta, anch’essa incastonata in un luogo assai suggestivo e rilassante. Raggiunti, quindi, tutti gli obiettivi prefissatici di questa uscita, non ci resta che far ritorno al punto di partenza, proseguendo per l’evidente tracciato che, nell’ultima fase, si trasforma in una sterrata alternata da alcuni tratti con fondo sconnesso. Quest’ultimo spezzone, che ci riporta diritti al Passo San Boldo, affrontando una serie di lunghi tornanti, è caratterizzato da un’ultima discesa maggiormente pendente rispetto alla precedente, ma tuttavia, sempre relativamente facile.