Monte Cornetto di Folgaria e Becco di Filadonna: trekking ad anello

  • Durata: 5.00 h
  • Dislivello: 1200 m
  • E (escursionistico)
  • Altopiano di Folgaria

Nelle vicinanze del noto abitato di Folgaria, nonché sull’omonimo Altopiano della rinomata Alpe Cimbra, un trekking molto conosciuto dai numerosi escursionisti della zona è la salita al Becco di Filadonna, sul contraddistinto gruppo montuoso della Vigolana. Infatti, dall’Albergo Ristorante Sindech, nonché dal Valico della Fricca, possiamo raggiungere direttamente questa stupenda cima, passando inoltre per il Rifugio Casarota, affrontando un percorso che non presenta relativamente particolari difficoltà, eccetto proprio l’ultima parte che può richiedere qualche sforzo in più, ma, nonostante ciò, mai con un doveroso impegno. Una volta che giungiamo alla vetta, infatti, il Becco di Filadonna ci permette di scoprire un panorama veramente sensazionale, completamente aperto su una serie di innumerevoli monti, molti di questi assai noti, e conosciute valli che, nell’insieme, caratterizzano una notevole parte dell’arco prealpino della regione del Trentino.

Da qui in poi, inoltre, l’escursione in questione possiede delle ulteriori opzioni di proseguimento: c’è chi, infatti, ritorna al punto di partenza ripercorrendo lo stesso sentiero della salita, chi invece prosegue per l’ulteriore, anch’essa panoramica, Cima Vigolana, passando inoltre per l’omonimo, nonché noto, bivacco, e c’è chi, infine, come spiegato in questo articolo, decide di effettuare un interessante giro ad anello, spaziando quindi ulteriormente con il panorama, attraverso un’ulteriore cima, quest’ultima di nuovo assai scenografica. Si tratta della vetta del Monte Cornetto di Folgaria, una sommità, anch’essa parecchio nota, che ci permette di scoprire degli ulteriori monti e valli che caratterizzano ancora la fascia prealpina, questa volta, però, prevalentemente in direzione del territorio della regione veneta. Tuttavia, il giro in questione seppur, come anticipato sin dall’inizio, non presenti particolari difficoltà tecniche, richiede comunque un minimo di preparazione fisica, in quanto il dislivello complessivo raggiunge quasi i 1200 m.

I sentieri e il percorso completo per svolgere il giro ad anello

Dall’Alberto Ristorante Sindech, nonché dal Passo della Fricca, ci dirigiamo verso il Ponte delle Zente e intraprendiamo il sentiero 439 che, passando per la località Pra Longo, ci permette di arrivare al percorso di cresta; svoltiamo, quindi, verso sinistra per raggiungere la cima del Monte Cornetto. Ritorniamo indietro e proseguiamo per il sentiero n. 425, che ci permette di arrivare direttamente al Becco di Filadonna. Iniziamo, perciò, il percorso di discesa, imboccando il sentiero 442 che scende al Rifugio Casarota, dal quale, infine, manteniamo le indicazioni per Sindech e Valico della Fricca per ritornare al punto di partenza.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: E
  • Durata totale: 5.00 h
  • Tempi intermedi: 2.00 h per raggiungere il percorso di cresta n. 425 Cornetto-Becco di Filadonna, 0.15 h per arrivare al Monte Cornetto di Folgaria, 1.15 h per raggiungere la vetta del Becco di Filadonna, 0.45 h per scendere al Rifugio Casarota, 0.45 h per ritornare al punto di partenza
  • Dislivello complessivo: 1200 m
  • Lunghezza: circa 13 km
  • Punto di partenza: Albergo Bar Ristorante Sindech 1100 m
  • Punto d’arrivo: Albergo Bar Ristorante Sindech 1100 m
  • Quota massima: Becco di Filadonna 2150 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rifugio Casarota 1572 m
  • Segnaletica: sentieri SAT 439, 425, 442
  • Note aggiuntive: nessuna
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 057
  • Scarica traccia GPX

La salita al Monte Cornetto dal Bar Sindech (Valico della Fricca)

Il punto d’inizio che riteniamo ideale per salire in quota sul gruppo montuoso della Vigolana e svolgere, quindi, un percorso ad anello parecchio panoramico che permette di toccare due delle tre principali sommità, nonché tutte per chi lo desidera, è il Valico della Fricca, ovvero l’Albergo Ristorante Sindech, a circa 11 km dal noto abitato di Folgaria (TN). Lasciamo, perciò, la nostra auto presso il primo spiazzo che troviamo disponibile sul ciglio della strada (ce ne sono alcuni proprio nelle vicinanze del passo) e, poiché abbiamo deciso di effettuare questo giro in senso orario, ci incamminiamo, per un breve tratto, lungo la strada SS349 che porta al Ponte delle Zente, nonché all’imbocco del tunnel “Fricca”. Proprio in prossimità di quest’ultimo, sulla destra, intravediamo l’evidente inizio di un sentiero che si immerge nel fitto bosco.

Una domanda che ci si pone frequentemente sui numerosi trekking ad anello: lo eseguiamo in senso orario o antiorario? Questa escursione, come tante altre, non presenta particolari differenze nell’affrontarla in un verso o nell’altro. Comunque, la nostra scelta iniziale di svolgerla in senso orario è sicuramente influenzata da due fattori, tuttavia soggettivi: il rifugio, che solitamente preferiamo tenerlo dalla metà in poi dell’uscita, il panorama, più interessante e piacevole una volta che giungiamo al Becco di Filadonna. Probabilmente, l’unica pecca di affrontare il percorso in questo senso è la breve discesa iniziale sulla Val Rossa che dobbiamo superare dopo essere stati alla vetta del Becco di Filadonna, che in questo verso, per qualcuno, essa potrebbe risultare relativamente parecchio impegnativa.

Sentiero 439 Pra Longo

Iniziamo quindi la nostra camminata alle sommità della Vigolana intraprendendo il sentiero 439, denominato anche il “Senter del Pralongo”, che porta infatti l’indicazione per Pralongo, Cornetto di Folgaria e Becco di Filadonna. Ci immergiamo, quindi, nel fitto bosco della Valle Bianca, affrontando un percorso caratterizzato da una costante salita mediamente ripida, ma tuttavia tecnicamente facile, che, infatti, non presenta mai particolari insidie. Giungiamo, di conseguenza, al Baito Tre Avezi, dove incontriamo nuovamente le relative indicazioni, dal quale ci permette, inoltre, di godere già di un breve “assaggio” panoramico su quello che potremo ammirare una volta che arriveremo sul percorso di cresta, affacciato, per il momento, solamente sui caratteristici Altopiani di Lavarone e Asiago.

Continuiamo, perciò, ad affrontare una salita costantemente pendente, ma che risulta ancora ben segnalata e tecnicamente facile, che si sviluppa, per di più, lungo un fitto e piacevole faggeto, reso ancora più ammaliante dall’affascinante colore autunnale che caratterizza questa tipologia di boschi in questo specifico periodo dell’anno. Il relativo percorso ci permette di sfociare, quasi tutto d’un tratto, sul caratteristico spiazzo erboso della località Pra Longo, a quota 1700 m, dal quale la veduta panoramica precedentemente avvistata continua sempre di più ad espandersi.
Superiamo, quindi, il breve tratto prativo per continuare su di un sentiero che si snoda lungo innumerevoli mughi, che ci permette di incrociare finalmente il percorso di cresta, dove il panorama, infatti, si apre immensamente anche sulla sponda opposta, ossia quella della Val Lagarina e dei numerosi monti circostanti che caratterizzano le Prealpi Gardesane Orientali.

Sentiero 425 Monte Cornetto di Folgaria

Intraprendiamo, di conseguenza, il sentiero 425, un tracciato parecchio panoramico, nonché assai rilevante poiché congiunge le tre principali cime (Monte Cornetto, Becco di Filadonna e Cima Vigolana) che caratterizzano questo singolare gruppo montuoso.
Non ci resta, quindi, di raggiungere la vetta che in questo momento si trova più vicina, obiettivo comunque di questa uscita, ovvero il Monte Cornetto di Folgaria, che raggiungiamo di nuovo facilmente svoltando a sinistra e seguendo le susseguenti indicazioni, dopo aver affrontato alcuni brevi e, banali, balzi rocciosi che si trovano proprio in prossimità della vetta.

La veduta da questa cima è veramente sorprendente, poiché spazia dalle lontane Dolomiti per “giungere” alle innumerevoli Prealpi, che quest’ultime, innegabilmente, dominano assai questo affascinante scenario montuoso. Il panorama, infatti, si apre, in primis, sugli “Altopiani Trentini” che contraddistinguono la rinomata zona dell’Alpe Cimbra, ossia rispettivamente quelli di Folgaria, Lavarone e Luserna, sul noto Altopiano di Asiago, sul Massiccio del Pasubio, sui Monti Lessini e, verso ovest, su tutte le montagne che caratterizzano le Prealpi Gardesane Orientali, tra cui possiamo distinguere chiaramente il Monte Baldo, il Monte Altissimo di Nago, il Monte Stivo e le Tre Cime del Bondone; alzando la traiettoria, invece, la veduta spazia dalla Catena del Lagorai sino ad arrivare al noto gruppo dell’Adamello e delle maestose Dolomiti di Brenta. Infine, le note valli che possiamo riconoscere nettamente da questa sommità sono, sostanzialmente, la Valsugana, la Val d’Astico e la Val Lagarina.

Il Becco di Filadonna e ritorno (ad anello) per il Rifugio Casarota

Dalla cima del Monte Cornetto, riprendiamo la nostra camminata, che ci deve portare al raggiungimento del nostro secondo intento, nonché più importante, che ci siamo prefissati sin dall’inizio di questa uscita, ossia la vetta del Becco di Filadonna.

Segnavia 425 Becco di Filadonna

Ritorniamo, perciò, indietro esattamente all’incrocio del sentiero che giunge dalla località Pra Longo e proseguiamo diritti per il segnavia 425 che resta in panoramica quota, seppur perdendo una lieve altitudine, lungo i numerosi mughi della Seconda Cima. Il sentiero, che nel mentre diventa più stretto, restando comunque relativamente facile e quasi mai esposto, ci porta ad un evidente bivio (non segnalato), dove la traccia che devia sulla destra ci permetterebbe di salire alla Terza Cima, tagliando quindi un po’ il relativo percorso. Preferiamo aggirarla, restando quindi sul sentiero che continua diritto, obbligandoci però ad un’ulteriore perdita di quota per poi riprendere con l’ultimo tratto di moderata ascesa che ci porta direttamente alla cima. All’incontro della relativa indicazione, infatti, seguiamo la direzione per il Becco di Filadonna, praticamente in dirittura d’arrivo, tralasciando, quindi, il tracciato che prosegue sulla destra che porterebbe, per chi lo desidera, alla notevole Cima Vigolana e all’omonimo bivacco.

Dalla sommità del Becco di Filadonna, il paesaggio che ci si presenta ai nostri sguardi è di nuovo sorprendente, a propria discrezione, ancora più ammaliante della precedente cima del Monte Cornetto. Il panorama, infatti, si apre ancor più fascinosamente sulla grande Valsugana, dal quale possiamo ammirare piacevolmente i conosciuti laghi di Caldonazzo e di Levico, l’Altopiano della Vigolana e, sovrastanti, i diversi monti che caratterizzano la sponda meridionale della nota Catena del Lagorai. Riappaiono, naturalmente, gli ulteriori monti che hanno precedentemente caratterizzato la fantastica veduta del Monte Cornetto, come gli ulteriori Altipiani prealpini, le Prealpi Gardesane, il Gruppo dell’Adamello e le Dolomiti di Brenta.

Discesa sentiero 442 Rifugio Casarota

Da questo stupendo scenario, la camminata riprende iniziando il percorso di ritorno al nostro punto di partenza, ossia al Valico della Fricca. Ritorniamo alle ultime indicazioni incontrate e cominciamo a percorrere il sentiero 442 che porta la direzione del Rifugio Casarota e, appunto, del Bar al Sindech. Al Bus de le Zole, iniziamo ad affrontare una discesa abbastanza ripida su fondo sassoso che, almeno in questa prima parte, che si sviluppa lungo la Val Rossa, richiede un minimo di attenzione per non incappare in spiacevoli ruzzoloni. Quando, invece, cominciamo ad immergerci, a tratti, di nuovo nel suggestivo ambiente boschivo, la ripidità lievemente diminuisce e la difficoltà, nel contempo, diventa più contenuta. Scesi alla località Albi, proseguiamo per il Rifugio Casarota che, di conseguenza, superiamo per continuare la nostra discesa lungo un sentiero relativamente semplice e ben riconoscibile. Seguiamo, quindi, in quest’ultima fase, le indicazioni finali per il Ristorante Bar Sindech e per il Valico della Fricca per ritornare alla nostra auto.

Domande frequenti (FAQ) e considerazioni finali

Il giro completo del Becco di Filadonna passando, inoltre, per il Monte Cornetto, è un itinerario che sostanzialmente non presenta particolari difficoltà tecniche, adatto, tuttavia, per chi possiede un minimo di esperienza in ambiente montano; l’esposizione, inoltre, risulta quasi totalmente assente per tutta la durata dell’uscita. L’unico tratto, probabilmente, che richiede qualche attenzione in più, è quello che dal Bus de Le Zole scende verso il Rifugio Casarota, ma solamente la prima fase di discesa lungo la Val Rossa, che avviene, infatti, lungo un fondo particolarmente sassoso e abbastanza ripido. Il dislivello complessivo, invece, fa esigere un minimo di preparazione fisica, poiché raggiunge quasi i 1200 m; per di più, la pendenza da affrontare per arrivare in quota risulta abbastanza notevole su entrambi i versi di percorrenza. La segnaletica, infine, risulta parecchio buona per tutto lo svolgimento del percorso.

I periodi che riteniamo più opportuni per effettuare questa uscita sono, a propria discrezione, la tarda primavera, l’autunno e, neve e ghiaccio permettendo, la stagione invernale, poiché sono quei momenti dell’anno in cui abbiamo la maggiore probabilità di incontrare delle giornate assai limpide e terse. Tuttavia, anche l’estate rientra tranquillamente tra i periodi dell’anno in cui possiamo intraprendere questa camminata, ma d’altro canto, però, poiché ci troviamo ancora nelle Prealpi, risulta parecchio più probabile “incappare” in una giornata molto fosca che può compromettere il risultato panoramico finale. Relativamente da evitare, infine, proprio per la motivazione poc’anzi, nei giorni dove sono previste delle alte temperature e, nel contempo, una notevole umidità.

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