Trekking ad anello Lago e Rifugio Antermoia partendo da Mazzin

  • Durata: 6.30 h
  • Dislivello: 1200 m
  • E (escursionistico)
  • Gruppo del Catinaccio

Sul maestoso gruppo del Catinaccio, il Lago ed il Rifugio Antermoia sono, probabilmente, le mete più frequentate e, conosciute dell’intero massiccio montuoso. La loro notevole notorietà viene sicuramente alimentata dalla suggestiva posizione in cui l’affascinante lago si trova incastonato, nonché per il superlativo paesaggio che possiamo ammirare durante la doverosa fase di ascesa. Essi, infatti, sono raggiungibili da diversi sentieri che partono dalle varie valli che circondano l’intero gruppo, alcuni di questi parecchio lunghi ed impegnativi che richiedono sicuramente più di qualche giorno per svolgerli. Però, ovviamente con un buon allenamento, è possibile giungere in questo suggestivo luogo anche in giornata, sia effettuando un semplice andata/ritorno dal Rifugio Micheluzzi, nonché dalla Val Duron di Campitello di Fassa, sia svolgendo, come relazionato in questo articolo, un anello maggiormente impegnativo, ma anche più avventuriero, che si sviluppa lungo due ulteriori emozionanti valli: la “selvaggia” Val d’Udai e la suggestiva Val de Dona, partendo dalla piccola località di Mazzin. Entrambe, inoltre, ci permettono di raggiungere uno dei luoghi che, quasi certamente, rientra tra quelli più scenografici dell’intera Val di Fassa, che, difatti, caratterizza ulteriormente questo stupendo giro: si tratta della caratteristica località di Camerloi, un magico e suggestivo altopiano verdeggiante, che si contrasta assai fascinosamente, man mano che continuiamo la nostra impegnativa salita, sulle splendide vedute Dolomitiche dei notevoli massicci rocciosi del Sassolungo, del Sella e della Marmolada, uno spettacolo alpino assolutamente mozzafiato.

Come arrivare al Lago e Rifugio Antermoia effettuando un anello

Da Mazzin (TN), saliamo per la Val d’Udai attraverso il sentiero 580, arrivando così al piccolo altopiano di Camerloi. Da qui, mantenendo ancora il segnavia 580, seguiamo le indicazioni per il Passo de Dona e il Rifugio Antermoia, per raggiungere, di conseguenza, anche l’omonimo lago. Cominciamo, quindi, il percorso di discesa ritornando al bivio di Camerloi e proseguendo, di conseguenza, per la Val de Dona, attraverso il sentiero 577 che passa, inoltre, per l’omonimo rifugio. Seguiamo, infine, le indicazioni per Mazzin per ritornare al parcheggio di partenza.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: E
  • Durata totale: 6.30 h senza soste
  • Tempi intermedi: 1.00 h per attraversa la Val d’Udai, 1.30 h per arrivare alla piana di Camerloi, 1.00 h per arrivare al Lago e Rifugio Antermoia, 1.00 h per ritornare al bivio di Camerloi, 2.00 h per ritornare a Mazzin attraverso la Val de Dona
  • Dislivello complessivo: poco più di 1200 m
  • Lunghezza: quasi 19 km
  • Punto di partenza: Mazzin 1372 m
  • Punto d’arrivo: Mazzin 1372 m
  • Quota massima: Passo de Dona 2516 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rifugio Antermoia 2497 m, Rifugio Dona 2100 m
  • Segnaletica: sentieri SAT 580, 577
  • Note aggiuntive: percorso alquanto lungo e con un notevole dislivello, che richiede sicuramente un’adeguata preparazione fisica
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 06 – Kompass 628
  • Scarica traccia GPX

La salita dalla Val d’Udai sino alla piana del Camerloi

L’inizio del sentiero che sale lungo la Val d’Udai inizia esattamente dal piccolo centro di Mazzin, che si trova esattamente tra le località di Pozza e Campitello di Fassa. Proprio lungo la SS48, sono disponibili due parcheggi, sino a questo momento addirittura totalmente gratuiti: in prossimità dell’Hotel Vajolet, che si trova proprio all’inizio del sentiero che dobbiamo intraprendere, oppure, provenendo da Pozza, appena superato l’esile centro abitato, sulla destra.
Quindi, dalle vicinanze dell’Hotel Vajolet, seguiamo le indicazioni per la Val d’Udai, entrando nel piccolo centro e raggiungendo, in brevissimo tempo, l’effettivo inizio del sentiero 580 che conduce al Rifugio Antermoia passando, appunto, per la Val d’Udai e, la caratteristica piana di Camerloi.

La Val d’Udai

Saliamo inizialmente lungo una facile strada forestale, affrontando già una salita moderatamente ripida, dalla quale, già da questo tratto, possiamo ammirare la notevole bellezza, un po’ selvaggia, di questa caratteristica valle, caratterizzata dai tipici tratti di pineta alpini, quest’ultimi attraversati, costantemente, dal grazioso ruscello del Rio d’Udai, e “sopraffatta”, nel contempo, dall’imponenza rocciosa di alcuni monti che caratterizzano la sponda orientale del Catinaccio, che sono il Mantel e il Polenton.

Al primo bivio che incontriamo manteniamo, ovviamente, la facile sterrata, che ci permette di inoltrarci, ulteriormente, sulla caratteristica valle, continuando ad affrontare una pendenza ancora abbastanza moderata. Ad un certo punto, invece, superiamo un grazioso ponticello di legno e ci addentriamo, per un breve tratto, nel piacevole bosco di Soscorza, affrontando un sentiero più stretto che si sviluppa, comunque, su facile terreno sconnesso e, su banalissimi balzi rocciosi, dal quale, però, la doverosa ascesa comincia a diventare più pendente, nonché costante e relativamente faticosa.
Fuoriusciti dal bosco, invece, giungiamo in prossimità della bellissima cascata della Spina del Lago, e riprendiamo, brevemente, un tracciato di nuovo sassoso che ci permette di abbandonare la sottostante Val d’Udai.

Salita alla località di Camerloi

Continuiamo, quindi, a salire, sempre con una costante e decisa pendenza, le pendici orientali del Mantel, attraverso un sentiero ancora più stretto, ma comunque abbastanza facile e mai esposto, che si sviluppa attraverso una caratteristica gola prettamente erbosa. Si tratta, tuttavia, di un percorso, dove seppur la faticosità in questo momento si faccia alquanto sentire, caratterizzato da un paesaggio circostante assolutamente incantevole, che certamente tenta di “anestetizzare” il relativo sforzo necessario. Man mano che saliamo, inoltre, lo scenario si fa sempre più attraente, dal quale affrontiamo, attraverso l’assai riconoscibile tracciato, qualche facile e breve balzo che costeggia alternativamente, da una sponda all’altra, il grazioso Torrente Val d’Udai.

Nell’ultimo tratto di questo percorso, infine, gli altrettanti suggestivi e verdeggianti pendii erbosi ci accompagnano, probabilmente, presso uno dei luoghi tra i più caratteristici di tutta la Val di Fassa: stiamo parlando di un incantevole paesaggio alpino contraddistinto dal piccolo altopiano di Camerloi. Esso, infatti, si tratta di un esteso ed affascinante pianoro verdeggiante circondato, a sua volta, da altrettante, nonché piacevoli, montagnole erbose, fascinosamente contrastanti con le distanti vedute rocciose dei noti massicci Dolomitici del Sassolungo, del Sella e della Marmolada: uno scenario mozzafiato veramente unico e spettacolare.

Il Lago e Rifugio Antermoia e, ritorno ad anello per la Val de Dona

Dal bivio della località di Camerloi, per raggiungere l’obiettivo di questa lunga camminata, proseguiamo verso ovest, tralasciando il sentiero 577 della Val de Dona, percorso che dovremo imboccare, successivamente, al nostro ritorno, una volta che avremo raggiunto il noto Lago Antermoia e l’omonimo rifugio.

Il Lago e Rifugio Antermoia

Affrontiamo, quindi, una dolce e facile pendenza, un breve sollievo per riprendere nuovamente una decisa ascesa lungo un tracciato sassoso ancora relativamente semplice, che si sviluppa proprio sulle pendici del Sas de Dona. Il paesaggio circostante ovviamente, già ben scorto dalla precedente piana, man mano che saliamo si estende, nonché ci affascina, sempre di più, allungandosi sulla catena delle Odle e, persino, sulle numerose Alpi che confinano con la nazione austriaca.

Giunti al Passo de Dona, invece, si apre tutto un altro scenario, prettamente roccioso e tipico della notevole altitudine del Catinaccio d’Antermoia. Perdiamo, quindi, una lieve quota per percorrere l’evidente, nonché facile, sentiero che conduce al Rifugio Antermoia; da qui, ovviamente, ci prolunghiamo ulteriormente per raggiungere l’imminente e famoso Lago Antermoia. Trovasi a ben 2500 m di quota, esso si tratta di un suggestivo specchio d’acqua, di origine glaciale, che spicca nettamente dal circostante e austero paesaggio roccioso del Catinaccio, creando così, nell’insieme, uno spettacolo assai mozzafiato che sicuramente merita di essere vissuto con i propri occhi. Ne approfittiamo, infatti, di aggirarlo sino alla sponda opposta, per ammirare appieno qualsiasi possibile e ulteriore prospettiva che possiamo guadagnare da questo affascinante lago, incastonato in questo possente scenario roccioso.

Il ritorno per la Val de Dona

Effettuate, per forza, le meritate pause fotografiche, riprendiamo con la nostra uscita cominciando il percorso di ritorno (ad anello) che ci permette di tornare a Mazzin. Riprendiamo, quindi, il sentiero che ci riporta al Passo de Dona e scendiamo, di conseguenza, per lo stesso tracciato che ci riconduce alla piana di Camerloi, effettuando, tanto per variare un po’, una breve deviazione per il Passo Ciaregole. Ritornati, quindi, al bivio di Camerloi, proseguiamo per il sentiero 577, che si sviluppa presso un’altrettanta affascinante, nonché verdeggiante, valle, ovvero la Val de Dona.

La attraversiamo scendendo lungo facile carrozzabile moderatamente pendente, che si sviluppa sulle pendici meridionali delle erbose montagnole del Ponjin e supera il piccolo Rifugio Dona. Oltrepassato codesto tratto, caratterizzato da una serie di graziosi pendii erbosi che circondano il suggestivo paesaggio, l’ultimo pezzo di tracciato si sviluppa quasi interamente all’interno di un tipico bosco alpino, caratterizzato ancora da un largo percorso che si alterna tra sterrate e brevi spezzoni di asfalto. Una meritata attenzione, tuttavia, va menzionata proprio in quest’ultima fase del percorso, dove incontriamo alcuni tratti, soprattutto su asfalto, seppur brevi, ma molto pendenti, che mettono sicuramente a dura prova le nostre preziose ginocchia oramai, probabilmente, alquanto spossate. L’ultimissima parte, invece, dove seguiamo le varie indicazioni per Mazzin per ritornare, quindi, al parcheggio di partenza, ritorna, per fortuna nostra, abbastanza blanda e tranquilla.

In riferimento, ancora, a quest’ultima fase dell’uscita: ad un certo è presente una deviazione, opportunamente indicata come “sentiero facile”, che indica di condurci al Bus de la Giacia; noi non l’abbiamo imboccata, poiché non ne conoscevamo l’esistenza, però, da come ci è sembrato alle successive, nonché pertinenti, indicazioni, questo breve tratto, probabilmente, ci avrebbe permesso di evitare lo spezzone effettivamente più ripido dell’intero percorso. Un’info da chiedere, eventualmente, quando ci troviamo al Rifugio Antermoia.

Domande frequenti (FAQ) e considerazioni finali

Il percorso, nel complesso, non risulta tecnicamente difficile, non sono presenti eventuali tratti in esposizione e il tracciato, inoltre, è sempre ben riconoscibile. Tuttavia, si tratta di un’escursione parecchio lunga e con un notevole dislivello, con alcuni tratti, per di più, parecchio impegnativi, che sicuramente, tutti questi fattori messi insieme, implicano un’adeguata preparazione fisica. Eventualmente, possiamo decidere di accorciare la camminata, di circa 2 ore e 350 m di dislivello positivo, chiudendo l’anello direttamente dalla piana di Camerloi, evitando, di conseguenza, il Lago Antermoia. In alternativa, infine, è possibile raggiungere il Lago e Rifugio Antermoia partendo anche da Campitello di Fassa, percorrendo un’andata/ritorno dalla più turistica Val Duron, un percorso relativamente ancora più facile, ma che resta, tuttavia, alquanto lungo.

Il periodo ideale per svolgere questa uscita è, ovviamente, l’intervallo estivo che va da giungo a settembre. Attenzione, però, che nei mesi di luglio e agosto, il Lago e Rifugio Antermoia sono caratterizzati da un notevole afflusso di persone, che provengono soprattutto dal percorso più facile, nonché più breve, che inizia dal Rifugio Micheluzzi, ossia dall’affascinante Val Duron di Campitello di Fassa. Perciò, se desideriamo assaporare una maggiore tranquillità montana, che sicuramente questo luogo ne potrà godere in tutti gli altri mesi dell’anno, il periodo più ideale è quasi certamente settembre, calcolando adeguatamente i nostri tempi di percorrenza.

Ci troviamo nella rinomata Val di Fassa, vicini, come se non bastasse, alle altrettante note Val Gardena e Alpe di Siusi. Perciò, i percorsi che si possono svolgere in questo suggestivo angolo alpino sono sicuramente assai. Per il momento, vi elenchiamo due percorsi, sempre assai panoramici, che iniziano dall’alta Val di Fassa in su:

  • la traversata del Gruppo del Sella, da Canazei, è un itinerario parecchio lungo, da svolgersi obbligatoriamente in 2 giorni, che raggiunge la cima più alta che caratterizza questo affascinante massiccio, ossia il Piz Boè
  • il giro del Sassolungo e Sassopiatto dal Passo Sella, un anello anch’esso piuttosto chilometrico, ma relativamente facile e con un dislivello parecchio minore, caratterizzato sempre da una serie di panorami assolutamente unici ed emozionanti, soprattutto da quando iniziamo ad affrontare la parte occidentale del percorso.
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4 commenti

  1. Due soli appunti. Ti chiederei di ripercorrere il 580 per verificare gli attraversamenti del torrente, prima dello Spina de Lech, a scendere, intorno ai 1889mt, carta Tabacco: c’è da attraversare una cascata non proprio piacevole. Ho inoltre un appunto, la quota massima non è il rifugio Antermoia, come da scheda riassuntiva, ma il Pas De Dona: 2516mt.

    • Ciao Adriano, ti ringrazio dell’informazione. Procedo alla correzione come da te indicato. Grazie!

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