Via Ferrata Giovanni Lipella alla Tofana di Rozes dal Rifugio Dibona

  • Durata: 7.00-9.00 h
  • Dislivello: 1200 m
  • EEA (via ferrata o attrezzata)
  • Gruppo delle Tofane

La via ferrata Giovanni Lipella, alla Tofana de Rozes, per chi si ritiene un assiduo frequentatore delle vie ferrate, è un percorso attrezzato che assolutamente non può mancare nel proprio bagaglio escursionistico. Difatti, questa via ferrata viene considerata, addirittura, come una delle vie attrezzate più conosciute e coinvolgenti dell’intero complesso Dolomitico. La sua notorietà viene alimentata, soprattutto, dal contesto paesaggistico assai affascinante in cui essa si svolge e dalla sua notevole lunghezza. Infatti, la ferrata Lipella gode della fama di essere pure una delle vie attrezzate più lunghe ed impegnative di tutte le Dolomiti, spezzata comunque da una via d’uscita che permette di limitare eventuali spiacevoli inconvenienti. Perciò, se ipotizziamo di svolgere questo emozionante percorso, dobbiamo prima predisporci di un’adeguata preparazione fisica e di una certa esperienza nell’affrontare le vie ferrate.

Il percorso completo della Ferrata Lipella dal Rifugio Dibona

Dal Rifugio Dibona, attraverso i sentieri 403, 442 e 404 raggiungiamo la Galleria del Castelletto. Attraversiamo, quindi, il pendio ovest della Tofana de Rozes e affrontiamo la prima parte della ferrata Lipella sino a raggiungere il bivio delle Tre Dita. Da questo importante punto, a seconda delle proprie condizioni fisiche, possiamo uscire dalla ferrata imboccando la traccia di sinistra, oppure salire ulteriormente e svolgere la seconda parte della via attrezzata, maggiormente impegnativa e faticosa. Superata quest’ultima, possiamo salire, ulteriormente, sino ad arrivare alla panoramica cima, oppure scendere al Rifugio Giussani e ritornare, successivamente, al rifugio di partenza.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: EEA
  • Durata totale: 7.00/8.00 h, +1.00 h se aggiungiamo la cima
  • Tempi intermedi: 1.00 h per arrivare alla Galleria del Castelletto, 0.30 h per raggiungere l’attacco della Ferrata Lipella, 2.00/2.30 h per affrontare la prima parte e arrivare al bivio delle Tre Dita, 1.30/2.00 h per concludere la seconda parte e raggiungere il bivio della via normale, 1.00 h andata e ritorno cima, 1.00 per scendere al Rifugio Giussani, 1.00 h per ritornare al Rifugio Dibona
  • Dislivello complessivo: circa 1200 m
  • Lunghezza: 15 km
  • Punto di partenza: Rifugio A. Dibona 2083 m
  • Punto d’arrivoRifugio A. Dibona 2083 m
  • Quota massima: bivio via normale-cima 3036 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rifugio Giussani 2580 m
  • Segnaletica: sentieri CAI 403, 442, 404
  • Note aggiuntive: percorso nel complesso molto lungo ed impegnativo, che richiede un’adeguata preparazione fisica ed una certa esperienza nell’affrontare le vie ferrate
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 03, Kompass 617
  • Scarica traccia GPX

La prima parte, dal Castelletto sino al bivio delle Tre Dita

Il punto di partenza che generalmente si usufruisce per raggiungere l’attacco della ferrata Lipella è il Rifugio A. Dibona. Da qui, attraverso i sentieri 403, 442 e 404, seguiamo le indicazioni già disponibili per la Galleria del Castelletto e per la via Ferrata Lipella, come spiegato nell’altrettanto panoramico giro della Tofana di Rozes. Arrivati all’effettivo bivio che conduce alla via attrezzata, che ci invita ad uscire dal sentiero principale che porta invece alla Forcella Col dei Bos, imbocchiamo una stretta traccia, successivamente un po’ esposta, che prosegue sulla destra e sale con moderata pendenza sino a raggiungere la toccante Galleria del Castelletto.

Affrontiamo, quindi, una prima parete verticale relativamente facile, attrezzata con cambre e scalette metalliche, che conduce verso un buio e lungo tunnel (serve la torcia frontale), caratterizzato prima da una scalinata, poi da un fondo roccioso notevolmente umido che richiede attenzione, poiché risulta assai scivoloso. Una volta che abbiamo salito interamente la galleria, usciamo verso l’apertura presente sulla destra, in quanto quella più avanti ci obbliga ad affrontare un breve pezzo di ferrata in discesa. Proseguendo, quindi, lungo un sentiero ghiaioso tecnicamente abbastanza semplice che taglia il pendio occidentale della Tofana di Rozes, perdendo nel contempo un po’ di dislivello, raggiungiamo l’attacco della ferrata Lipella.

La prima parte della via attrezzata, sino al bivio delle Tre dita, sostanzialmente è caratterizzata da numerosi passaggi che tecnicamente non raggiungono mai un’eccessiva difficoltà. Gli appoggi rocciosi sono quasi sempre sufficientemente presenti in modo da limitare, il più possibile, eventuali trazioni con il cavo metallico. L’esposizione, invece, soprattutto nei vari tratti che percorriamo in cengia, dove oltretutto dobbiamo prestare la dovuta attenzione presso alcuni punti che potrebbero essere per di più bagnati, risulta parecchio notevole.

Inoltre, a propria discrezione, sempre in questa prima parte, ci sono due passaggi chiave, comunque assai brevi, che riteniamo appropriato menzionare: il primo, relativamente difficile e piuttosto atletico dove, per raggiungere una cambra metallica dobbiamo affrontare una paretina di roccia totalmente verticale caratterizzata, oltre a ciò, da una serie alquanto esigua di appoggi rocciosi; il secondo punto, invece, quando incontriamo un bel salto notevolmente bagnato che attraversa, infatti, una breve cascatina, dove dobbiamo divaricare le gambe e raggiungere con il piede sinistro un appoggio roccioso ben presente e identificabile al di là del vuoto, ricordandoci, inoltre, di portare avanti i moschettoni prima di affrontarlo.

Dalla Galleria del Castelletto, il tempo di percorrenza del primo “spezzone” di ferrata, salvo eventuali rallentamenti o code, è di circa 2.30 ore e si conclude quando raggiungiamo il bivio delle Tre Dita, un importante punto in cui dobbiamo effettuare delle opportune valutazioni. Qui, infatti, a seconda delle proprie condizioni fisiche, dobbiamo decidere se uscire completamente dal percorso attrezzato, imboccando la traccia verso sinistra che conduce direttamente al Rifugio Giussani e, quindi, alla chiusura del percorso, oppure proseguire verso destra in direzione della cima, affrontando così la seconda parte della via attrezzata, tecnicamente più impegnativa e faticosa, in quanto siamo reduci da una prima parte comunque abbastanza lunga.

La seconda parte, più impegnativa e faticosa, che sale alla cima

Proseguiamo, quindi, in direzione della cima come indicato nel bivio e affrontiamo una facile traccia che sale con buona pendenza sino a raggiungere l’attacco del secondo percorso attrezzato.

La seconda parte della via ferrata Lipella, nel complesso, presenta le stesse difficoltà tecniche incontrate nel primo spezzone, come per l’esposizione, quest’ultima sempre notevole nei tratti in cengia. A propria discrezione, il principale fattore che differenzia questa seconda via attrezzata rispetto alla prima è, quasi sicuramente, la fatica accumulata, soprattutto quando dobbiamo affrontare un lungo tratto non verticale, ma notevolmente ripido, che mette a dura prova sia gambe che fiato. Oltretutto, nella fase finale, è presente con molta probabilità il passaggio relativamente più difficile dell’intera ferrata, dove dobbiamo svolgere uno sforzo fisico alquanto notevole, facendo trazione, in alcuni brevi punti, sul cavo d’acciaio, per salire una parete ben verticale dove gli appoggi rocciosi sono poco presenti e parecchio levigati, nonché completamente bagnati e, quindi, assai scivolosi.

Il tempo di percorrenza medio per superare questa seconda parte, comunque, è di circa 1.30/2.00 ore, una durata che, molto probabilmente, viene influenzata dalla condizione fisica propria e degli altri escursionisti che incontriamo lungo il percorso, che possono rallentare ulteriormente la nostra avanzata. Concludiamo, quindi, la ferrata Lipella superando un ultimo breve sentiero attrezzato ed una corta salita, raggiungendo così il bivio della via normale che conduce alla cima della Tofana de Rozes.

La traccia che porta alla vetta, neve permettendo data la notevole altitudine, non presenta particolari difficoltà e sicuramente è una di quelle tappe che merita assolutamente di essere compiuta (3225m sicuramente non sono cose di tutti i giorni), in quanto si gode uno dei panorami, probabilmente, più emozionanti dell’intero gruppo delle Dolomiti; a titolo di tempistiche, prefissiamoci minimo un’ora per salire e ritornare al precedente bivio.

Il ritorno al punto di partenza avviene per la via normale, scendendo lungo una serie di tracce alternate da bollini blu ed ometti che, nella parte alta, in diversi brevi punti risultano un po’ impegnative, richiedendo a volte l’utilizzo delle mani per assicurarsi una migliore stabilità. Scesi, invece, al Rifugio Giussani, percorriamo verso destra il facile sentiero 403 che proviene dalla Val Travenanzes, permettendoci così di far ritorno al Rifugio Dibona, come descritto nel suggestivo anello della Tofana de Rozes.

Il paesaggio della Ferrata Lipella

La ferrata Lipella si svolge, probabilmente, lungo uno dei contesti paesaggistici montani più caratteristici e affascinanti delle Dolomiti. Il panorama è caratterizzato da una costante e suggestiva veduta che si affaccia principalmente sull’intero gruppo roccioso delle Punte di Fanes, quest’ultime separate dal gruppo delle Tofane dall’altrettanto caratteristica ed estesa Val Travenanzes.

Inoltre, se decidiamo di raggiungere la cima della Tofana de Rozes, la magnificenza che si apre ai nostri occhi, grazie alla sua considerevole elevazione, è un qualcosa di veramente unico e sensazionale, caratterizzata da un’emozionante veduta che spazia a ben 360° su numerosi gruppi montuosi Dolomitici di notevole rilevanza come, le Dolomiti Ampezzane, Zoldane, le Pale di San Martino, le Dolomiti Orientali di Badia, di Gardena, del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, e molti altri ancora… .

Infine, quello che contraddistingue la ferrata Lipella rispetto ad altre vie è sicuramente l’ambiente circostante in cui essa si sviluppa, caratterizzato da uno scenario puramente roccioso ma, nel contempo, data la notevole lunghezza, anche parecchio articolato e, soprattutto, isolato.

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