Ferrata Terza Cengia del Pomagagnon (Sentiero Attrezzato Zumeles)

  • Durata: 7.00 h
  • Dislivello: 1000 m
  • EEA (via ferrata o attrezzata)
  • Gruppo del Pomagagnon

Il Pomagagnon è il massiccio gruppo montuoso che sorge a nord di Cortina d’Ampezzo (impossibile non riconoscerlo!). Esso, può essere completamente attraversato grazie alla presenza della Terza Cengia (o Sentiero Attrezzato Zumeles): una via ferrata notevolmente esposta, attrezzata nei punti più aerei, che permette di raggiungere la Punta Erbing, regalandoci un favoloso panorama sulla conca Ampezzana e sui diversi monti “Dolomitici” che la circondano. Dato, il notevole dislivello, la presenza di tratti fortemente esposti e di due pendii molto ripidi che, a nostra discrezione, richiedono i principi dell’arrampicata, senza permetterci di sbagliare, questa uscita è altamente consigliata ad escursioni ben esperti, soprattutto su terreni ghiaiosi e rocciosi, allenati e che non soffrano di vertigini.

Terza Cengia del Pomagagnon: sentieri e percorso completo (ad anello)

Dall’Istituto Elioterapico Putti imbocchiamo, prima la breve forestale, poi il sentiero 202 che, con buona ripidità, ci conduce all’inizio della Terza Cengia (segnavia 205). Saliamo, a tratti molto ripidamente, sino al “terrazzo” della Punta Erbing e, da qui, dopo un breve salto alla cima, scendiamo attraverso alcuni passaggi di I° grado sino alla Forcella Zumeles. Infine, cominciamo a chiudere l’anello scendendo lungo il sentiero 204, svoltando verso destra all’incontro della forestale 211 e seguendo le indicazioni per Chiave.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: EEA
  • Durata totale: 7.00 h
  • Tempi intermedi: 1.30 h per raggiungere l’attacco, 2.30 h per affrontare la via ferrata e salire alla Punta Erbing, 1.00 h la discesa alla Forcella Zumeles, 2.00 h per ritornare al punto di partenza
  • Dislivello complessivo: circa 1000 m
  • Lunghezza: 12 km
  • Punto di partenza: Istituto Elioterapico Putti 1357 m
  • Punto d’arrivo: Istituto Elioterapico Putti 1357 m
  • Quota massima: Punta Erbing 2301 m
  • Rifugi e/o bivacchi: nessuno
  • Segnaletica: sentieri CAI 202, 205, 204, 211
  • Note aggiuntive: la Terza Cengia è caratterizzata dalla presenza di uno stretto sentiero notevolmente esposto, attrezzato comunque nei punti più aerei e, di due pendii molto ripidi ed impegnativi, all’inizio ed a metà della cengia, che richiedono una solida esperienza escursionistica su terreni rocciosi e ghiaiosi, oltre ad una conoscenza dei principi d’arrampicata (passaggi di I° grado). Per questo tipo di percorso è richiesto il kit completo da ferrata.
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 03, Kompass 617
  • Scarica traccia GPX

Come raggiungere l’attacco del sentiero attrezzato

Con la macchina, percorriamo la stradina che conduce all’Istituto Elioterapico Putti (località Codivilla). Dato il notevole dislivello, preferiamo lasciare l’auto presso il secondo stabile che incontriamo, più vicino all’inizio dei vari sentieri. Zaino in spalla, scendiamo brevemente e iniziamo a percorrere l’imminente forestale che sale verso nord. Al primo bivio, teniamo la direzione di destra e intraprendiamo il sentiero 202 che sale, con buona ripidità, il Bosco da Ciàie.

Durante la salita, il bosco si dirada sempre di più per lasciare spazio ad un erto ghiaione, che aumenta di ripidità man mano che ci avviciniamo agli imponenti costoni rocciosi del Pomagagnon. All’incontro del bivio che conduce alla Forcella Pomagagnon, continuiamo a salire verso destra sino ad arrivare proprio al cospetto della parete: il segnavia 205 indica l’inizio della Terza Cengia e il punto dove dobbiamo indossare il kit da ferrata.

La Terza Cengia del Pomagagnon: caratteristiche e difficoltà

La Terza Cengia, inizialmente, sale molto ripida, prima lungo un impegnativo ghiaione, poi su di un breve pendio roccioso “liscio”, ma con diversi appigli. Passato questo punto, continuiamo la nostra salita lungo uno stretto sentierino, superando un primo e brevissimo tratto ben esposto, attrezzato con una fune metallica molle, dove la cengia quasi “sparisce”.

Dopo una breve discesa, aggirando le pareti rocciose del Teston di Bertoldo, davanti ai nostri occhi si apre il punto, a nostra discrezione, più impegnativo dell’intero tratto, dove la cengia sale di nuovo molto ripidamente (vedi foto): dato che il ghiaione presente lungo la parete non ci assicura una sicura progressione, preferiamo distanziarci da essa e proseguire arrampicandoci lungo il tratto di roccia “liscia”, che gode comunque di numerosi appigli (in questo tratto è richiesta la massima concentrazione, poiché un passo falso o l’errore di sbilanciarsi all’indietro diventerebbe fatale!).

Superato quest’ultimo tratto notevolmente faticoso, continuiamo a percorrere la Terza Cengia nuovamente lungo uno stretto sentiero largo meno di un metro, ma attrezzato, comunque, nei punti più critici. Il tratto finale invece, di nuovo ben ripido, è completamente attrezzato, agevolandoci così la salita per raggiungere la forcella del Croda dei Zestelis e della Punta Erbing.

Conclusa la Terza Cengia, non ci resta che eseguire un ultimo e breve strappo verso la Punta Erbing per godere del fantastico panorama che si apre, da un lato sulla conca Ampezzana, dove possiamo riconoscere il Sorapiss, il Monte Pelmo, la Croda da Lago, il Nuvolau, l’Averau, la Marmolada e le Tofane, dall’altro, invece, sul Monte Cristallo e sulla Croda Rossa.

Discesa alla Forcella e Crepe de Zumeles

Dalla Punta Erbing ritorniamo a ritroso e riprendiamo il nostro itinerario, prima scendendo lungo un ghiaione segnalato, poi affrontando alcuni passaggi di I° grado non eccessivamente difficili. Superato il tratto finale, che presenta nuovamente un ghiaione abbastanza ripido, il sentiero, adesso facile, si snoda lungo la Val Padeon sino a raggiungere la Forcella Zumeles. Da qui, seguendo le indicazioni per il Rifugio Mietres (segnavia 204), scendiamo verso destra lungo le Crepe de Zumèles sino ad incrociare la forestale, dove svoltiamo nuovamente a destra (segnavia 211).

Infine, mantenendo la direzione di Chiave, in località Ronco da Ciae, usciamo dalla forestale e intraprendiamo il sentiero di sinistra che, attraverso un breve tratto di pascolo, ci permette di tornare direttamente all’Istituto Elioterapico Putti.

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