Rifugio Casera Bosconero da Lago di Pontesei: escursione ad anello

  • Durata: 4.30 h
  • Dislivello: 800 m
  • E (escursionistico)
  • Gruppo del Bosconero

La salita al Rifugio Casera Bosconero, data la sua relativa difficoltà abbastanza contenuta, è una delle escursioni più conosciute dell’omonimo gruppo montuoso, tuttavia, e per fortuna, non caoticamente frequentata come le più note destinazioni delle Dolomiti. La meta si trova proprio ai piedi dell’imponente Sasso di Bosconero, la cima più alta del relativo gruppo, nonché alle pendici degli altrettanti maestosi Sfornioi, creando sì, uno scenario propriamente alpino, ma relativamente più “selvaggio” rispetto alle varie sue rivali Dolomitiche più rinomate, ideale, quindi, per chi ricerca una maggiore tranquillità tipicamente montana. Il percorso in questione inizia dal Lago di Pontesei, che si trova proprio all’estremità orientale della famosa Val di Zoldo, e l’ascesa alla codesta Casera ci permette, infatti, di ammirare uno stupendo panorama che si affaccia sulla sopracitata, nonché conosciuta, valle e, ovviamente, sui vari massicci montuosi Zoldani che la circondano. Il ritorno, come solitamente, avviene ad anello, attraverso un sentiero ancora abbastanza semplice, dal quale, però, possiamo imboccare alcune interessanti varianti che ci permettono di scoprire degli angoli di questo luogo assai graziosi e, addirittura, “fiabeschi”, dato gli appellativi ad essi assegnati..

I sentieri e il percorso completo per raggiungere il rifugio

Dal Lago di Pontesei, seguiamo le indicazioni per il Rifugio Bosconero imboccando il sentiero 485 che sale moderatamente sino alla Casera dei Zot; da qui, con maggiore pendenza sino ad arrivare alla Casera Bosconero. Effettuiamo, quindi, il ritorno ad anello ritornando brevemente indietro all’ultimo bivio, imboccando il sentiero 490 che porta l’indicazione del Pian e della Casera del Mugon, oppure effettuiamo una variante un po’ più lunga e difficile attraverso il sentiero che porta a Le Calades, ma svoltiamo, al relativo bivio, verso Pontesei, attraversando, quindi, un ghiaione e, ricongiungendoci, appunto, con il segnavia 490. A propria discrezione, la deviazione attraverso il “Sentiero Lago delle Streghe” per ricongiungerci, nuovamente, con il sentiero 490 e ritornare, quindi, a Pontesei.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: E
  • Durata totale: 4.30/5.00 h
  • Tempi intermedi: 1.30 h per salire alla Casera dei Zot, 1.00 h per arrivare all’incrocio dei sentieri della Casera di Bosconero e giungere al Rifugio Bosconero, 1.00/1.30 h la variante del sentiero “Le Calades”, 1.00 h per ritornare al Lago di Pontesei attraverso la deviazione per il “Sentiero Lago delle Streghe”
  • Dislivello complessivo: poco più di 800 m
  • Lunghezza: circa 10 km
  • Punto di partenza: Lago di Pontesei 825 m
  • Punto d’arrivo: Lago di Pontesei 825 m
  • Quota massima: Rifugio Casera Bosconero 1457 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rifugio Casera Bosconero 1457 m
  • Segnaletica: sentieri CAI 485, 490
  • Note aggiuntive: nessuna
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 025
  • Scarica traccia GPX

Come arrivare al Rifugio Casera Bosconero da Pontesei (sentiero 485)

Per raggiungere in giornata il Rifugio Casera Bosconero, il punto da cui obbligatoriamente si parte è il Lago di Pontesei, facilmente raggiungibile in auto attraverso la SP251 che collega l’abitato di Forno di Zoldo con il noto paese di Longarone. Proprio in prossimità del bacino idroelettrico, lungo la strada, troviamo disponibile un largo spiazzo dove possiamo parcheggiare la nostra autovettura. Ed è da qui, infatti, che incontriamo già le indicazioni per raggiungere il caratteristico Rifugio Bosconero.

Alla Casera dei Zot

Ci incamminiamo, quindi, verso l’altro ciglio della strada dove incontriamo, di nuovo, le indicazioni per il rifugio, dove iniziamo ad affrontare già una marcata, ma breve, ascesa lungo un facile sentiero sassoso per giungere subito ad un primo bivio, dal quale possiamo decidere in quale senso desideriamo svolgere il giro.
Noi, sin dalla preparazione di questa uscita, avevamo già deciso di svolgerlo in senso antiorario, di conseguenza, intraprendiamo il sentiero 485 che prosegue verso destra, portante le rispettive indicazioni del Pont de la Capotola, della Casera dei Zot e, appunto, del Rifugio Bosconero. Proseguiamo, quindi, lungo un tracciato stretto, ma relativamente facile, che prosegue su falsopiano attraverso l’inizio della selvaggia e caratteristica Val de Bosconero, che ammireremo varie volte durante l’ascesa alla Casera, sino a giungere presso un grazioso ponticello dove scorre il caratteristico “Ru de Bosc Negre”.

Iniziamo, perciò, ad affrontare una marcata pendenza, dove affrontiamo un imminente tratto attrezzato, assai facile, caratterizzato da una breve scaletta in legno; successivamente, proseguiamo lungo un tracciato ancora relativamente semplice, ma sempre caratterizzato da una buona inclinazione, che sale il caratteristico bosco di Susinere.
Dalla direzione sud, il sentiero, tutto ad un tratto, volge verso nord-est, ancora all’interno della notevole vegetazione boschiva, però con un dislivello medio relativamente meno marcato, accompagnato, inoltre, dai primi scorci paesaggistici che si affacciamo, in primis, sulla Val de Bosconero e sugli imminenti monti sovrastanti dell’omonimo gruppo montuoso e, più panoramicamente, sulla bellissima Val di Zoldo, dove intravediamo già alcuni dei più noti monti che dominano quest’ultima conosciuta valle (per i dettagli ci riserviamo la dovuta contemplazione al raggiungimento del nostro obiettivo).

Continuiamo a seguire, quindi, le varie tracce rosse secondarie presenti sui diversi tronchi per giungere alla minuta Casera dei Zot, dalla quale approfittiamo di effettuare un breve passaggio, sentendone il rumore e seguendone l’evidente traccia, per ammirare la vicina e, affascinante cascata del cosiddetto “Sentiero Lago delle Streghe”. Sempre in prossimità della codesta Casera, rincontriamo, inoltre, le indicazioni che, circa, abbiamo incrociato ad inizio della nostra camminata: infatti, da qui, il “Sentiero Lago delle Streghe” congiunge il segnavia che stiamo percorrendo, ossia il 485, con il tracciato 490, che sarà, in parte, il percorso che dovremo svolgere per far ritorno al luogo di partenza; di conseguenza, questo è anche un importante bivio “d’uscita” che può risultare necessario per qualsiasi eventuale inconveniente che possiamo, semmai, incappare.

Al Rifugio Bosconero

Restiamo sul segnavia 485, mantenendo, quindi, le indicazioni per la Casera Bosconero, dove riprendiamo ad affrontare un’ascesa, sempre all’interno del suggestivo bosco, più marcata e faticosa dell’antecedente, percorrendo tuttavia un sentiero ancora relativamente facile e, seguendo, nel contempo, di nuovo i vari segni rossi presenti sui diversi tronchi. La codesta salita, accompagnata, nuovamente, da alcuni nuovi scorci che si affacciano sulla sottostante valle, nonché sugli imminenti massicci rocciosi, ci permette di giungere presso un ulteriore ed importante bivio, ossia quello della Casera di Bosconero, dove i sentieri del giro di nuovo si incrociano; proseguiamo, quindi, diritti per giungere, finalmente, al graziosissimo e caratteristico Rifugio Bosconero.

Siamo arrivati, sostanzialmente, presso il punto più panoramico ed ammaliante di tutta l’escursione, un particolare luogo alpino che risulta più “selvaggio” e appartato, nonché relativamente tranquillo, rispetto a tanti altri rifugi delle Dolomiti che risultano parecchio più noti. Da qui, infatti, possiamo soffermarci a contemplare per bene il paesaggio montano che caratterizza e circonda la conosciuta Val Zoldana e, nel mentre, ammirare le possenti cime che si innalzano con notevole maestosità proprio nelle prossimità del caratteristico rifugio. Sulla sponda panoramica, quindi, possiamo riconoscere chiaramente i monti Zoldani che appartengono ai gruppi montuosi del Mezzodì-Pramper, del San Sebastiano, del Moiazza e dell’imponente Civetta, mentre, girando lo sguardo, il paesaggio è impressionato dai vari ed imponenti rilievi rocciosi che caratterizzano, appunto, il Gruppo del Bosconero, come gli Sfornioi, il Sasso di Bosconero, la sommità più alta dell’intero gruppo, e le Rocchette omonime.

Il ritorno ad anello per la Casera del Mugon (sentiero 490)

Dal rifugio, che sin dall’inizio della camminata sanciva il nostro traguardo, per forza di cose, iniziamo il relativo percorso di ritorno, ad anello, che ci riporta praticamente al parcheggio del Lago di Pontesei.
Il sentiero che solitamente viene affrontato per svolgere il giro in senso antiorario è il n. 490, che, esso, lo intraprendiamo dall’ultimo bivio incontrato durante l’ascesa al Rifugio Bosconero, quindi tornando brevemente indietro per il segnavia 485. Si tratta della via relativamente più semplice che, tuttavia, soprattutto nella prima parte, possiede una marcata inclinazione da far richiedere, di conseguenza, un minimo di cautela.

Variante “Le Calades”

Però, sempre dalla Casera, è possibile intraprendere una deviazione, di poco più di un’ora, che ci permette di ammirare nuovamente, ma con una prospettiva più estesa, le varie montagne Zoldane circostanti. Si tratta, tuttavia, di un percorso maggiormente impegnativo, adatto ad un escursionista più esperto che deve possedere un passo maggiormente sicuro.

Proseguiamo, quindi, per la traccia a nord del rifugio, che continua lievemente a salire lungo un tracciato inizialmente abbastanza semplice, come quello affrontato sin d’ora, ma che successivamente, invece, di nuovo nel bosco, diventa molto stretto, richiedendo, di conseguenza, un passo fermo. Inoltre, quando iniziamo a scendere il relativo pendio con la medesima traccia, la pendenza che dobbiamo affrontare risulta parecchio notevole, aumentandone, quindi, la difficoltà. Quest’ultimo impegno, però, ci porta a fuoriuscire dalla vegetazione presso un grande spiazzo ghiaioso, come preannunciato, assai panoramico, dove possiamo riscoprire, con una veduta ovviamente diversa dal rifugio, i massicci del Bosconero e, di nuovo, i diversi monti delle Dolomiti Meridionali di Zoldo.

Attraversiamo, quindi, il ghiaione, seguendo la traccia, ancora abbastanza riconoscibile, sino a giungere all’incrocio del sentiero che sale alla Forcella delle Calades, dal quale, però, seguiamo le indicazioni verso sinistra per Pontesei. Affrontiamo, di conseguenza, una traccia ancora ghiaiosa parecchio ripida per un breve tratto, richiedendone ancora le dovute cautele, sino ad atterrare proprio nel mezzo della frana di ghiaia e sassi, dove la traccia si affievolisce: seguiamo, quindi, con attenzione gli sporadici ometti presenti nel codesto tratto sino a ricominciare ad intravedere i “classici” segni rossi, che ci guidano per raggiungere il sentiero 490, ritornando così sul facile tracciato.

Sentieri “490” e “Lago delle Streghe”

All’incrocio svoltiamo verso destra e proseguiamo in moderata discesa sino ad incrociare il cartello della Casera dei Zot: qui, infatti, parte il sentiero che porta alla casera incontrata nella fase di ascesa, ma non solo! Sempre da qui, a propria discrezione, possiamo intraprendere un’ulteriore ed interessante facile deviazione, già menzionata nella prima parte dell’uscita: ossia il cosiddetto “Sentiero Lago delle Streghe”. Percorrendo, quindi, la traccia che porta alla Casera e svoltando ad un certo punto verso destra, comunque prima di ritornare alla cascata incontrata nell’andata (vedi traccia GPX), questo sentiero ci porta alla scoperta di due punti particolarmente intriganti: il Laghetto delle Streghe (Fos de Bosc Negre), una nascosta e limpida pozza d’acqua e, successivamente che avanziamo, la Fontana dell’Eterna Giovinezza.

Superato quest’ultimo, giungiamo esattamente al bivio del Pian del Mugon, quindi di nuovo sul segnavia 490; se lo desideriamo, possiamo effettuare un’ultima, nonché breve, “uscita” dal sentiero principale all’omonima casera, per poi riprenderlo da essa. La fase finale di discesa si sviluppa lungo un tracciato misto, dal dislivello ancora abbastanza marcato, ma non difficile; giungiamo, quindi, al primo incrocio della camminata e ripercorriamo il breve tratto che ci riporta allo spiazzo del Lago di Pontisei.

Domande frequenti (FAQ) e considerazioni finali

Il giro del Rifugio Casera Bosconero, senza la variante “Le Calades”, è un’escursione che, nel complesso, non raggiunge mai particolari difficoltà; inoltre, non risulta neanche troppo lunga rispetto a tante altre camminate. L’unico tratto che richiede qualche attenzione in più è la discesa, abbastanza marcata, che dobbiamo affrontare inizialmente dal rifugio lungo il sentiero 490 di ritorno. Il passaggio attrezzato, invece, che incontriamo all’inizio della camminata è abbastanza semplice. L’impegno fisico è abbastanza costante, maggiormente impegnativo dalla Casera dei Zot in poi, ma mai troppo sfiancante. L’esposizione è quasi totalmente assente, escluso proprio qualche brevissimo tratto; la segnaletica e il tracciato dei sentieri, infine, sono adeguatamente sufficienti.
La variante della Forcella delle Calades, invece, comprende uno spezzone di percorso più impegnativo e meno facile rispetto all’intera camminata, che richiede un passo più esperto e sicuro.

L’anello del Rifugio Bosconero è una di quelle poche uscite che possiamo svolgere in qualsiasi senso, poiché a livello di difficoltà, circa, non ci sono particolari differenze. Inoltre, anche a livello paesaggistico, possiamo godere pressoché le medesime visuali.

Il periodo adatto per svolgere questa escursione, dato che ci troviamo già nella fascia Dolomitica, è sicuramente dalla primavera inoltrata, tenendo però traccia delle condizioni di innevamento e delle temperature, passando per la tipica stagione estiva sino ad arrivare all’ammaliante autunno.

Ci troviamo proprio all’inizio della nota Val Zoldana, ma anche vicino alla nota regione del Cadore e, indubbiamente, i percorsi di trekking che possiamo intraprendere per salire alle rispettive montagne risultano assai molteplici e, di varie difficoltà e lunghezze. Per il momento, ne indichiamo tre, non tutte dello medesimo impegno di questa camminata, ma comunque da prefissarci come possibili future avventure:

  • la salita al Rifugio Venezia da Zoppè di Cadore in inverno, una stupenda camminata che, data la sua difficoltà abbastanza contenuta, si può svolgere, condizioni permettendo, anche durante il periodo invernale con la presenza di neve; d’estate, probabilmente, è anche meno impegnativa dell’escursione relazionata in questo articolo;
  • la salita al Lago Coldai dal Rifugio Palafavera, uno dei percorsi più conosciuti e frequentati della Val di Zoldo, con l’aggiunta, se le nostre condizioni fisiche lo permettono, della tappa al Rifugio Tissi, percorrendo così un affascinante sentiero che ci consente di ammirare le imponenti pareti rocciose del Monte Civetta con “un’intensa” vicinanza;
  • il giro del Monte Pelmo dal Rifugio Passo Staulanza, un fantastico percorso ad anello che ci permette di osservare, con parecchia adiacenza, il maestoso e famoso massiccio da tutti i suoi versanti; quest’ultima escursione, però, è la meno facile tra le tre appena menzionate, dato un tratto attrezzato che richiede attenzione e la successiva traccia che si sviluppa nel bel mezzo di un impegnativo ghiaione.
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