Via ferrata alla cima Sass Rigais da Santa Cristina Val Gardena
In Val Gardena, uno dei gruppi montuosi Dolomitici più prestigiosi di questa stupenda valle è sicuramente quello delle Odle, caratterizzato, infatti, da una varietà di percorsi che rientrano indubbiamente tra quelli più suggestivi di tutte le Dolomiti. Esso raggiunge la sua massima elevazione, di ben 3025 m, grazie alla presenza di due rispettive montagne: la Furchetta e il Sass Rigais, peraltro molto vicine tra loro.
Mentre la prima, però, richiede una carta esperienza alpinistica per raggiungerla, la seconda si può raggiungere, con una difficoltà più contenuta, grazie alla presenza di una buona via ferrata. Si tratta, infatti, di una via attrezzata non particolarmente difficile, che può risultare ideale per chi ha già iniziato a cimentarsi in queste tipologie di percorsi. La ferrata del Sass Rigais, tuttavia, non va affatto sottovalutata, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico, poiché dobbiamo affrontarla, per un bel tratto, in discesa, sia per quello fisico, in quanto l’escursione, nel complesso, risulta comunque parecchio impegnativa.
Indice
I sentieri e il percorso completo per svolgere la salita alla cima
Da Santa Cristina in Val Gardena prendiamo la cabinovia Col Raiser e ci incamminiamo verso il Rifugio Firenze attraverso il sentiero 4, dal quale intraprendiamo, successivamente, il segnavia 13 che ci porta all’effettivo incrocio della ferrata Sass Rigais. Nonostante codesto ci indicherebbe di proseguire diritti, preferiamo salire verso destra, intraprendendo quindi la via “Est”, salendo per il grande ghiaione della Val dala Salieres che sale sino all’omonima forcella. Affrontiamo, quindi, diversi passaggi di I° grado e, successivamente, l’effettiva ferrata che ci permette di raggiungere la cima del Sass Rigais.
Scendiamo, di conseguenza, per la via “Sud”, affrontando ancora numerosi tratti attrezzati in discesa e proseguendo, all’incontro del relativo bivio segnato sulla roccia, per la via “G”. Continuiamo, quindi, a scendere ulteriormente, superando gli ultimi tratti attrezzati e affrontando, successivamente, un sentiero ghiaioso che ci permette di far ritorno al pianoro erboso percorso nella mattinata. Ritorniamo, di conseguenza, al Rifugio Firenze, per riprendere, successivamente, la cabinovia, oppure, per intraprendere il facile sentiero 1, in direzione di Santa Cristina, che ci permette di tornare direttamente al parcheggio della funivia.
Scheda tecnica
Dalla stazione Col Raiser raggiungiamo l’attacco della ferrata
L’escursione completa al Sass Rigais, nonostante raggiunga un’altitudine che supera di poco i 3000 m, si può svolgere relativamente in giornata, a patto che disponiamo, comunque, di un’adeguata preparazione fisica. Infatti, da Santa Cristina in Valgardena è possibile prendere la cabinovia Col Raiser, che ci permette di raggiungere direttamente i 2100 m di quota, portando, perciò, a poco più di 1000 m il dislivello positivo. In alternativa, sempre dal parcheggio dell’impianto a fune, possiamo intraprendere a piedi anche il facile sentiero 1 che ci porta direttamente al Rifugio Firenze, ma attenzione, poiché dobbiamo aggiungere altri 500 m di dislivello ed un minimo di 1.00/1.30 h di ulteriore camminata; perciò, valutiamo bene, in base alle proprie condizioni fisiche, prima di intraprendere questa scelta, in quanto il percorso complessivo, comunque, risulta relativamente parecchio lungo.
Dalla stazione a monte della funivia, quindi tra l’Almhotel Col Raiser e la Baita Odles, seguiamo le indicazioni per il Rifugio Firenze, percorrendo il facile sentiero 4 che lievemente scende. Giunti al rifugio, seguiamo già la direzione per la ferrata Sass Rigais, intraprendendo il segnavia 13, un sentiero ancora parecchio facile che sale, con una discreta pendenza, l’affascinante alpeggio di Cisles, dal quale possiamo ammirare, a propria discrezione, uno dei migliori paesaggi alpini che possiamo avere sulle Dolomiti. Esso, infatti, si apre panoramicamente, da una parte, sulla prestigiosa Val Gardena, dominata dai soprastanti, nonché rinomati, gruppi montuosi del Sassolungo, del Catinaccio e dello Scilliar, dall’altra invece, sulle numerose punte che caratterizzano il gruppo delle Odle, tra cui riconosciamo già, il nostro obbiettivo di questa fantastica uscita.
Proseguiamo per il suggestivo pianoro sino a raggiungere, al Plan Cianter, l’incrocio dal quale iniziano le due vie ferrate, rispettivamente la “Est” e la “Sud, che conducono entrambe alla vetta del Sass Rigais; infatti, si trattano di due vie attrezzate che dovremo affrontare prima in salita e, successivamente, in discesa, riguarda soltanto noi la scelta di quale percorso preferiamo intraprendere per prima. Però, sulle base di ulteriori informazioni reperite in alcuni autorevoli siti di vie ferrate, decidiamo di salire alla vetta percorrendo la traccia “Est”, nonostante l’indicazione presente ci inviterebbe di proseguire per la “Sud”.
Proseguiamo, quindi, sulla riconoscibile traccia che sale verso destra, affrontando, successivamente, il ripido e faticoso ghiaione della Val dala Salieres, codesto ben tracciato e ancora facilmente individuabile, che ci permette di raggiungere, così, la Forcella Salieres, dalla quale si apre una notevole veduta che si affaccia sulla catena più settentrionale delle Odle e sulla nota Val di Funes.
Da questo punto “abbastanza comodo”, inoltre, decidiamo di indossare già l’imbrago da ferrata, anche se l’inizio dei vari tratti attrezzati li incontreremo parecchio più avanti, dopo aver affrontato numerosi passaggi d’arrampicata di I° grado relativamente facili.
La variante “Est” e la cima del Sass Rigais
Il tratto di ferrata “Est” che sale alla massima elevazione del Sass Rigais, nel complesso, non risulta mai particolarmente difficile. I numerosi passaggi attrezzati sono caratterizzati da diversi appoggi rocciosi, anche in quei punti dove la verticalità aumenta, ma non troppo. Menzioniamo, comunque, solo due passaggi che potrebbero presentare, per qualcuno, qualche insidia in più: una salita verticale ed esposta, assicurata, tuttavia, dalla presenza di numerosi pioli e cambre metalliche e, un breve salto roccioso, nel quale dobbiamo scendere al di sotto del cavo per eseguire una spaccata e passare, quindi, dall’altro lato. L’ultima fase di ascesa, invece, in dirittura d’arrivo alla cima, è una traccia non attrezzata, ma tuttavia parecchio pendente e faticosa, dalla quale, inoltre, dobbiamo prestare una certa cautela nell’eventualità di caduta sassi da chi ci precede sopra.
La cima del Sass Rigais, ad ogni modo, è uno spettacolo sorprendente, dalla quale è impossibile non notare, di fatto, la notevole ed effettiva altitudine che abbiamo raggiunto. Il panorama mozzafiato che possiamo ammirare da questa vetta, infatti, è completamente aperto a 360° su innumerevoli monti delle Dolomiti, nonché sulle valli alpine, che caratterizzano assai le rispettive regioni del Veneto e Trentino Alto-Adige: uno scenario, codesto, che certamente non abbiamo la possibilità di ammirare tutti i giorni!
Partendo con lo sguardo da Est e proseguendo, quindi, in senso orario, riusciamo a riconoscere chiaramente le più rinomate montagne delle Dolomiti, come: le Dolomiti Orientali di Badia, le Tofane, l’Antelao, il Monte Pelmo, il gruppo del Civetta, la Marmolada, il Gruppo del Sella, le Pale di San Martino, la Val Gardena e l’Alpe di Siusi, contraddistinte, quest’ultime, dai gruppi montuosi del Sassolungo, del Catinaccio e dello Scilliar, la Val di Funes e infine, in parecchia lontananza, persino le Alpi che confinano con l’Austria.
La discesa per la via attrezzata “Sud”
Dall’elevazione massima di questa escursione, iniziamo il percorso di discesa, cominciando quindi ad affrontare l’altro tratto della ferrata del Sass Rigais, ovvero la via “Sud”, un percorso di nuovo attrezzato che risulta, comunque, ancora parecchio lungo ed impegnativo, tenendo conto, oltretutto, che la discesa richiede una maggiore cautela nella ricerca dei vari sostegni naturali.
La prima parte, tuttavia, dove gli appoggi rocciosi sono ben presenti, non risulta particolarmente difficile e la affrontiamo, quindi, con una relativa calma. Superata codesta, invece, dobbiamo proseguire lungo una traccia rocciosa non attrezzata sufficientemente riconoscibile, ma ancora, però, abbastanza impegnativa e ripida, che fa pensare che i vari tratti attrezzati siano ormai conclusi, ma non è affatto così! Giungiamo di conseguenza al bivio, indicato sulla roccia, dal quale possiamo intraprendere due ulteriori varianti parzialmente attrezzate: la via “G”, che ci permette di tagliare un po’ il percorso di ritorno, oppure la via Mittagsscharte, una variante più lunga che avvalla alla Forcella de Mesdi.
Decidiamo di imboccare la prima via, continuando a scendere lungo una traccia rocciosa ancora parecchio pendente che ci permette di giungere, infatti, all’ultimo tratto attrezzato di questa escursione: un percorso, rispetto al precedente, parecchio più breve, caratterizzato da un paio di caratteristici ponticelli di legno e, nuovamente, da alcuni passaggi in discesa, dove gli appoggi rocciosi risultano ancora abbastanza presenti; l’ultimissimo tratto, invece, dove incontriamo una fune parecchio molle, adottiamo una maggiore cautela rispetto ai vari passaggi affrontati sin d’ora.
Concluso quest’ultimo, invece, si riprende su sentiero, che scende lungo un ghiaino abbastanza scivoloso articolato da vari zig-zag. Ci riavviciniamo, quindi, sempre di più, al caratteristico pianoro dell’alpeggio di Cisles, dove il percorso, man mano che continua ad avvallare, diventa sempre più semplice. Ritornati, quindi, al Pian Cianter, nonché al bivio delle due vie attrezzate, riprendiamo il sentiero che ci riporta nuovamente al Rifugio Firenze. Da qui, a seconda dell’ora che siamo giunti, possiamo ritornare alla stazione a monte della funivia Col Raiser, prendendo così la corsa di ritorno, oppure, sempre dal rifugio, imboccare il facile sentiero 1, che porta l’indicazione di Santa Cristina, che ci permette di ritornare direttamente al parcheggio di partenza con un’ora circa di camminata tranquilla.