Ferrata Monte Paterno Innerkofler e Sentiero Attrezzato delle Forcelle

  • Durata: 8.00 h
  • Dislivello: 900 m
  • EEA (via ferrata o attrezzata)
  • Dolomiti di Sesto

La ferrata De Luca – Innerkofler, sul Monte Paterno, è probabilmente una delle vie attrezzate più suggestive e panoramiche dell’intero gruppo montuoso delle Dolomiti di Sesto. Il percorso, facilmente raggiungibile dal frequentatissimo Rifugio Auronzo, inizia dal Rifugio Locatelli e percorre tutto il Monte Paterno attraverso l’altrettanto panoramico Sentiero Attrezzato delle Forcelle, arrivando così al Rifugio Pian di Cengia. Una tappa, quest’ultima più lunga e faticosa, che si può eventualmente evitare, ma che consigliamo assolutamente di svolgere, poiché è caratterizzata da un alternarsi di scenari paesaggistici veramente unici ed emozionanti che riescono a prolungarsi sino alla conclusione dell’uscita.

Ferrata Paterno: sentieri e percorso per il Rifugio Pian di Cengia

Dal Rifugio Auronzo, percorriamo il sentiero 101, passando per il Rifugio Lavaredo e raggiungendo il Rifugio Locatelli. Da qui, seguiamo l’indicazione “Gallerie e vie di Guerra del Paterno”, affrontando un paio di gallerie ed un primo percorso attrezzato che raggiunge la Forcella del Camoscio. Effettuiamo, quindi, la deviazione per la cima del Monte Paterno, affrontando una breve ferrata e, scendendo a ritroso, proseguiamo in direzione dei Pian di Cengia, percorrendo il Sentiero Attrezzato delle Forcelle. Arrivati alla Forcella Pian di Cengia, possiamo raggiungere l’omonimo rifugio, oppure scendere direttamente per il sentiero 107, che ci riporta, grazie al successivo sentiero 104, nuovamente ai rifugi Lavaredo e Auronzo.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: EEA
  • Durata totale: 8.00 h
  • Tempi intermedi: 1.30 h per arrivare al Rifugio Locatelli, 1.30 h per affrontare la prima parte della ferrata e raggiungere la Forcella del Camoscio, 1.00 h andata e ritorno dalla cima del Monte Paterno, 2.00 h per percorrere il Sentiero delle Forcelle sino alla Forcella Pian di Cengia, 2.00 h per ritornare al punto di partenza
  • Dislivello complessivo: circa 900 m
  • Lunghezza: circa 15 km
  • Punto di partenza: Rifugio Auronzo 2326 m
  • Punto d’arrivoRifugio Auronzo 2326 m
  • Quota massima: Monte Paterno 2744 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rif. Lavaredo 2344 m, Rif. A. Locatelli 2405 m, Rif. Pian di Cengia 2528 m
  • Segnaletica: sentieri 101, 107, 104
  • Note aggiuntive: questa zona è una delle più frequentate in assoluto di tutte le Dolomiti, pertanto sconsigliamo raggiungere questi luoghi nei fine settimana e nei periodi di ferie, in quanto si rischiano delle lunghe attese al pedaggio
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 010, Kompass 625
  • Scarica traccia GPX

La ferrata e la cima del Monte Paterno sino alla Forcella del Camoscio

Raggiungiamo il noto Rifugio Auronzo, raggiungibile comodamente in auto dalla località di Misurina, attraverso il pagamento del pedaggio per l’ingresso al Parco Naturale delle Tre Cime (30€ per auto).
Partiamo quindi con l’escursione percorrendo il facile sentiero 101 sino al Rifugio Locatelli, passando per il Rifugio Lavaredo e l’omonima forcella. Comunque, già dalla Forcella Lavaredo, abbiamo di fronte uno dei panorami più conosciuti ed emozionanti dell’intero complesso Dolomitico, predominato, in primis, dalle famose Tre Cime di Lavaredo, ma anche da numerosi monti circostanti, che caratterizzano i rispettivi gruppi montuosi delle Dolomiti di Sesto, d’Ampezzo e la catena delle Marmarole.

Come spiegato nell’articolo del giro delle Tre Cime di Lavaredo e della Ferrata delle Scalette alla Torre di Toblin, poiché il Rifugio Auronzo è una meta assai frequentata dagli escursionisti che vogliono svolgere una semplice camminata in prossimità delle Tre Cime, è sempre bene arrivare di buon’ora, soprattutto nei giorni e nei periodi di punta, altrimenti rischiamo di dover subire una lunghissima ed inutile attesa in auto prima del pedaggio.

La prima parte della ferrata De Luca – Innerkofler

Dal Rifugio Locatelli, quindi, iniziamo la via attrezzata seguendo l’indicazione delle “Gallerie e vie di guerra del Paterno”, imboccando la riconoscibile traccia che sale verso sud-est. Saliamo attraverso un paio di gallerie, una di queste parecchio lunga e faticosa, caratterizzata da numerosi scaloni di roccia alquanto impegnativi.

Concluso il secondo tunnel, iniziamo la prima parte della via ferrata, che possiamo considerarlo quasi un sentiero attrezzato: un percorso relativamente abbastanza facile, caratterizzato da tratti attrezzati, mai eccessivamente difficili e verticali, che vantano di numerosi appoggi rocciosi. Prestiamo, invece, qualche attenzione in più presso dei brevi punti dove incontriamo della neve residua che, nonostante siano sufficientemente sgombri e attrezzati con una corda, richiedono un passo sicuro.

Concludiamo questa prima parte di percorso, accompagnata da una stupenda veduta sui bellissimi Laghi dei Piani e sui monti adiacenti, tra cui il Lastron dei Scarperi e il Crodon di San Candido, quando raggiungiamo la Forcella del Camoscio, un importante punto da dove iniziano già le due vie di rientro per il Rifugio Lavaredo.

La cima del Monte Paterno

Prima, però, di imboccare la via del ritorno, non possiamo tralasciare di raggiungere il punto di più alto di questa uscita, ovvero la vetta del Monte Paterno, una deviazione facoltativa non particolarmente lunga, assai consigliata per la sua stupenda veduta panoramica.

Essa è divisa, nella prima parte, in due vie attrezzate, rispettivamente per la salita e la successiva discesa, caratterizzata da una difficoltà tecnica leggermente maggiore, soprattutto al ritorno, avvicinandosi di più all’idea di affrontare una via ferrata. Una volta, invece, che superiamo la parte iniziale, la deviazione alla vetta ritorna relativamente più semplice: un breve tratto di facile arrampicata (I° grado) e, successivamente, un’agevole traccia ci permettono di raggiungere finalmente la cima. Da qui, l’infinito panorama che spazia a 360°, nuovamente sui numerosi monti circostanti delle Dolomiti di Sesto, d’Ampezzo e delle Marmarole, è un qualcosa di veramente unico ed emozionante: ammettiamo che ne è valsa la pena!

Il Sentiero delle Forcelle sino alla Forcella Pian di Cengia

Dalla cima, quindi, ritorniamo a ritroso alla Forcella del Camoscio, dove dobbiamo scegliere la nostra via di rientro: la più corta, ma più esposta ed impegnativa, che scende passando per la Forcella Passaporto e ritorna direttamente alla Forcella Lavaredo, oppure la più lunga, ma anche la più panoramica, che prosegue per il Sentiero Attrezzato delle Forcelle sino alla Forcella e al Rifugio Pian di Cengia.

Il Sentiero Attrezzato delle Forcelle

Scegliamo la seconda opzione, seguendo l’apposita indicazione presente sulla roccia, caratterizzata inizialmente dalla presenza di una lunga cengia, attrezzata nei punti più esposti; successivamente, per raggiungere la Forcella dei Laghi, superiamo alcuni ponticelli di legno, alternati con dei brevi tratti di semplice arrampicata, anch’essi adeguatamente attrezzati.

Proseguiamo, affrontando nuovamente dei facili passaggi d’arrampicata, alternati con alcuni tratti di sentiero, che scendono verso il punto più ampio di tutta l’escursione: una breve traccia, sulla sinistra, ci permette di raggiungere uno sperone assai panoramico, che assolutamente non ha nulla da invidiare rispetto alla precedente vetta del Monte Paterno.
Ritornando, quindi, sui nostri passi, riprendiamo il sentiero relativamente semplice e scendiamo, affrontando una discreta pendenza, in direzione dell’ultimo tratto attrezzato: un solo sali e scendi, che successivamente ritorna sul percorso appena abbandonato, all’interno di un crepaccio roccioso, che richiede una certa attenzione soprattutto quando affrontiamo gli ultimissimi passaggi in discesa.

La Forcella Pian di Cengia e ritorno al Rifugio Auronzo

Ritornati, quindi, sull’agevole sentiero, che permette di aggirare le Crode dei Piani dal versante destro, riprendiamo ad affrontare di nuovo una serie di sali e scendi: l’ultimo di questi, seppur corto, ma abbastanza faticoso, ci permette di raggiungere l’ultima forcella di questa uscita, ovvero la Forcella Pian di Cengia e, a breve distanza, l’omonimo rifugio.

Da questo punto, inoltre, iniziamo a chiudere il nostro giro percorrendo l’ampio e facile sentiero 107 che scende, con moderata pendenza, in direzione dei rifugi Lavaredo e Auronzo: costeggiamo il grazioso Lago di Cengia, tralasciamo il successivo bivio del sentiero 1107 e affrontiamo l’ultimo tratto in salita del sentiero 104, abbastanza faticoso in questa fase dell’uscita, che ci permette di raggiungere nuovamente il Rifugio Lavaredo. Infine, ripercorriamo ovviamente il segnavia 101 intrapreso nella mattinata per ritornare di nuovo al parcheggio del Rifugio Auronzo.

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