Escursione ad anello Cima Parì e Cima Sclapa dalla Malga Trat

  • Durata: 5.30-6.00 h
  • Dislivello: 1100 m
  • E (escursionistico)
  • Prealpi Giudicarie

Sulle Alpi di Ledro, la salita alle cime Parì e Sclapa è un trekking che finora resta ancora poco conosciuto, ideale per chi preferisce svolgere un percorso relativamente più tranquillo e solitario: nonostante ciò, si tratta un’escursione che, come tante altre, merita il suo appropriato “spazio”. Difatti, il tratto in cresta che unisce queste due suggestive vette, vanta di essere uno dei migliori punti panoramici che si possono avere sulla bellissima Valle di Ledro e, ovviamente, sull’omonimo lago, nonché sui numerosi monti circostanti che contraddistinguono le bellissime Prealpi Gardesane.

Le cime Parì e Sclapa: sentieri e percorso per la Bocca di Dromaè

Dalla Malga Trat imbocchiamo il sentiero 435 che sale sino alla Bochèt de Carèt e alla Bocca di Saval. Saliamo, quindi, il sentiero che conduce alla Cima Parì, superiamo la Cima Sclapa attraversano il tratto in cresta e scendiamo ripidamente sino alla Bocca di Dromaè. Dal relativo bivio, svoltiamo verso il sentiero 413 che, successivamente, sfiora la Bocca di Saval e arriva al Rifugio Nino Pernici. Infine, proseguiamo per la Bocca di Trat per ritornare presso l’omonima malga di partenza.

Scheda tecnica

  • Difficoltà: E
  • Durata totale: 5.30/6.00 h
  • Tempi intermedi: 1.30 h per raggiungere la Bochèt de Carèt e la Bocca di Saval, 0.30 h per salire alla Cima Parì, 1.00 h per superare la Cima Sclapa e scendere alla Bocca di Dromaè, 1.00 h per arrivare in prossimità della Bocca di Saval, 1.00/1.30 h per ritornare alla Malga Trat
  • Dislivello complessivo: circa 1100 m
  • Lunghezza: circa 14 km
  • Punto di partenza: Malga Trat 1375 m
  • Punto d’arrivoMalga Trat 1375 m
  • Quota massima: Cima Parì 1990 m
  • Rifugi e/o bivacchi: Rifugio Nino Pernici 1600 m (parte finale dell’escursione)
  • Segnaletica: sentieri SAT 435, 413
  • Note aggiuntive: per raggiungere il parcheggio della Malga Trat dobbiamo imboccare una stradina asfaltata che sale dalla frazione di Lenzumo (non proseguiamo sino a Palo come ci guida Google Maps); il tratto in cresta dalla Cima Parì alla Cima Sclapa è caratterizzato, in alcuni punti, da una stretta traccia relativamente esposta che richiede un passo sicuro
  • Cartografia: Mappa – Tabacco 061, Kompass 071
  • Scarica traccia GPX

Come raggiungere la Cima Parì attraverso la Bocca Saval (sentiero 435)

Il punto di partenza che abbiamo scelto per svolgere il giro delle cime Parì e Sclapa è il parcheggio della Malga Trat, presso la Valle dei Morti, raggiungibile in auto tramite una stretta stradina asfaltata che sale dalla piccola frazione di Lenzumo (Ledro – TN). Parcheggiato, quindi, poco prima che inizi la stradina sterrata, iniziamo la nostra camminata raggiungendo in brevissimo tempo il primo bivio di questa uscita, ovvero quello della Malga Trat, dove imbocchiamo il sentiero 435, denominato anche Sentiero delle Vacche o di Jacopo Santoni, che sale sino alla Bochèt de Carèt.

Affrontiamo un sentiero relativamente facile, caratterizzato da una pendenza costante non troppo faticosa che sale la Valle dei Pozzi e, nel contempo, attraversa i rispettivi versanti occidentali del Dosso di Seaoi e del Dos da Trat. Concludiamo, pertanto, questo primo tratto di salita quando arriviamo alla Bochèt de Carèt, caratterizzata da un suggestivo assaggio panoramico su quello che ci aspetta una volta che raggiungiamo la cima. Scendiamo quindi, con rilevante, ma breve, pendenza alla Bocca di Saval e proseguiamo per la riconoscibile traccia che sale verso il monte dinanzi a noi, dove affrontiamo un altrettanto considerevole dislivello che ci permette di raggiungere, finalmente, la Cima Parì.

Come anticipato precedentemente, quello che salta subito all’occhio da questa vetta, che permette di contraddistinguersi dalle altre punte panoramiche presenti nelle vicinanze, è sicuramente la splendida veduta che abbiamo sul grazioso Lago di Ledro e sull’omonima vallata. Inoltre, ci risulta assai piacevole lo scenario paesaggistico creato dai numerosi monti circostanti che caratterizzano il gruppo montuoso delle Prealpi Gardesane, alcuni di questi parecchio importanti che possiamo riconoscere facilmente come, il Monte Altissimo di Nago, il Monte Baldo, la vicina Cima d’Oro, il Monte Corno, il Monte Cadria, il Monte Tofino e il Monte Stivo.

La Cima Sclapa e il giro per la Bocca di Dromaè (sentiero 413)

Riprendiamo, quindi, la nostra escursione per raggiungere la seconda vetta di questa uscita, la Cima Sclapa. Imbocchiamo la distinguibile traccia, segnalata da alcuni picchetti di legno rossi, che ci porta subito lungo un percorso in cresta di nuovo assai panoramico, impiegato dalle truppe austriache durante la Grande Guerra come linea difensiva. Un tratto caratterizzato, almeno sino al raggiungimento della seguente cima, da una serie di sali e scendi accompagnati da alcuni brevi passaggi alquanto stretti ed esposti, che richiedono ovviamente un passo fermo e sicuro: sicuramente questo è il tratto relativamente più impegnativo di tutta l’uscita.

Raggiunta, di conseguenza, la Cima Sclapa, proseguiamo affrontando una discesa alquanto ripida e nuovamente impegnativa, che si esaurisce quando il sentiero piega verso sinistra, in direzione dell’ampio e grazioso vallone prativo della Bocca di Dromaè. In questo punto, dove la segnaletica ci risulta assente, dobbiamo svoltare ancora verso sinistra, percorrendo una breve ed esigua traccia che ci permette di recuperare il segnavia del sentiero.

Dal bivio, quindi, cominciamo a chiudere il giro seguendo le indicazioni per la Bocca Saval e il Rifugio Nino Pernici, percorrendo il sentiero 413 che aggira le due precedenti cime dal versante opposto. Affrontiamo ancora una serie di sali e scendi, superando nel contempo dei brevi tratti in diagonale che richiedono un passo sicuro, in quanto tali, per qualcuno, potrebbero risultare relativamente esposti.

Raggiungiamo, pertanto, i ruderi di un vecchio ospedale militare austriaco, che si trova proprio in prossimità della Bocca di Saval e, all’incrocio dei vari segnavia, manteniamo la direzione della Bocca di Trat che, con lieve e costante ripidità, scende sino a condurci al Rifugio Nino Pernici. Da quest’ultimo punto, infine, dopo aver affrontato un ultimo tratto in modesta discesa, siamo di ritorno nuovamente alla Malga Trat e, di conseguenza, al punto di partenza della camminata.

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