Cima Marzola dal Rifugio Maranza: escursione ad anello
La Cima Marzola è una “modesta” sommità delle Prealpi Trentine che si innalza “a pochi passi” dalla nota città di Trento. Essa appartiene alla importante Dorsale del Becco di Filadonna e, proprio per questo motivo, come abbiamo già visto nella relativa escursione, anche questa vetta, appunto per la posizione in cui essa sorge, è un balcone panoramico che svolge la prevalente funzione di “spartiacque” tra gli scenari prealpini che appartengono, rispettivamente, al Veneto e al Trentino. Infatti, nonostante la sua elevazione non può inserirsi tra quelle più “importanti”, essa ci permette comunque di ammirare, grazie anche alla presenza di un bel tratto che possiamo percorrere su “comoda” cresta, una serie di innumerevoli monti e gruppi montuosi che sono, dalle Prealpi alle Dolomiti, sempre di notevole rilevanza.
Raggiungibile, anch’essa, come spesso osserviamo nelle altre escursioni, da più di un sentiero che partono rispettivamente dalle varie valli circostanti, abbiamo deciso di conquistare la Cima della Marzola percorrendo, probabilmente, il percorso più conosciuto e frequentato, ossia quello che inizia dal piacevole Rifugio Maranza. Da questo rifugio, infatti, possiamo svolgere un bellissimo giro ad anello non particolarmente lungo e, ne tantomeno difficile, che ci consente di raggiungere, appunto, la sommità del monte della Marzola e percorrere, di conseguenza, la paesaggistica cresta, relativamente facile, di cui esso è caratterizzato, permettendoci così di ammirare degli ulteriori scenari, sempre alquanto attraenti.
Indice
I sentieri e il percorso completo per arrivare alla cima
Dal Rifugio Maranza intraprendiamo il sentiero 426 che porta l’indicazione della località “Stoi del Chegul”. Raggiunta codesta, cambiamo decisamente direzione e ci dirigiamo verso il Doss dei Corvi, percorrendo, quindi, il tracciato n. 411, dal quale, successivamente, lo lasciamo per arrivare alla vetta della Cima Marzola. Proseguiamo, perciò, ancora verso sud, per superare l’omonima sella e raggiungere la rispettiva sommità meridionale di questo tratto di cresta, tracciato con il segnavia 412. Scendiamo, quindi, al Bivacco Bailoni e proseguiamo sempre per il medesimo sentiero per ritornare al punto di partenza.
Scheda tecnica
Dal Rifugio Maranza alla località “Stoi de Chegul” (sentiero 426)
Il nostro giro ad anello alla Cima della Marzola inizia dal grazioso e, anche, parecchio noto, Rifugio Maranza, raggiungibile in auto esclusivamente dalla località trentina Cimirlo. Il tratto da percorrere è una stradina asfaltata abbastanza lunga (quasi 7 km), sufficientemente larga per il passaggio di una sola macchina alla volta, tuttavia “agevolata” dalla presenza, lungo il ciglio della carreggiata, di diverse piccole piazzole di scambio.
Raggiungiamo, quindi, il rifugio di partenza e andiamo incontro alle indicazioni, già presenti, relative al nostro obiettivo principale, ovvero Cima Marzola, ma la cosiddetta elevazione “Sud”, che sappiamo già che, comunque, la ignoreremo successivamente, poiché ci siamo già prefissati di svolgere questo giro in senso orario, raggiungendo prima, di conseguenza, la rispettiva punta nord.
Dal rifugio, quindi, non seguiamo il segnavia 412, ma svoltiamo verso nord, imboccando, sempre dietro la struttura, il sentiero 426, in direzione della località “Stoi del Chegul”. Ci incamminiamo lungo una facile sterrata, che inizia, solamente per un breve pezzo, con un tratto abbastanza impegnativo sino ad atterrare, come porta il relativo cartello, alla piacevole area del Prà dei Albi.
Proseguiamo, quindi, in direzione della Malga Nova, che raggiungiamo percorrendo ancora una facile sterrata e mantenendoci, successivamente, sulla destra all’incontro del bivio che porta l’indicazione per il Passo Cimirlo. Dalla malga, di conseguenza, iniziamo a seguire la direzione per la località “Stoi del Chegul”, proseguendo nuovamente per il sentiero sterrato che si mantiene in falsopiano, sempre in un contesto esclusivamente boschivo, dal quale manteniamo la rotta proseguendo, all’incontro di un paio di nuovi bivi, prima verso destra e, successivamente, imboccando il sentiero presente sulla sinistra. Giunti qui, lasciamo momentaneamente il largo tracciato per percorrere un “tipico” sentiero montano, anch’esso sottostante ad un considerevole bosco, ancora relativamente semplice, che però, tuttavia, inizia ad accennare dei primi scorci panoramici su quello che, effettivamente, ci aspetta dalla cima della Marzola; nota dolente sino a qui, ahinoi, è ancora la “rinuncia” di salire decisamente di quota: sicuramente prima e poi ne pagheremo le conseguenze!
Dal cosiddetto “Senter dele Pegore”, quindi, ci ricongiungiamo sulla strada forestale per giungere finalmente alla località “Stoi del Chegul”, dalla quale, la segnaletica verticale qui presente, ci porta a cambiare decisamente rotta. Infatti, il nostro giro adesso volge in direzione sud, di fatto verso il Doss dei Corvi e la Sella della Marzola; prima, però, seguendo un’evidente traccia che porta ad un’apposita piazzola di atterraggio, viabilità permettendo, decidiamo di approfittarne per svolgere, sempre dal codesto bivio, una breve “uscita” di percorso, per non perderci un primo punto effettivamente panoramico che si affaccia ovviamente sulla nota Valsugana e sui diversi monti sovrastanti.
Il Doss dei Corvi e la Cima della Marzola (sentiero 411)
Ritornando, quindi, sui nostri passi, continuiamo il nostro giro ad anello, come accennato prima, proseguendo verso sud, dal quale, per forza di cose, dobbiamo superare una sbarra verde per proseguire, ancora, su largo e facile tracciato che non si decide proprio, purtroppo, di salire con “fermezza”. La moderata pendenza ci permette di arrivare, di conseguenza, al Doss dei Corvi, dove ci permettiamo nuovamente di uscire dal tracciato principale per spostarci presso un nuovo e chiaro punto panoramico, ancora sulla nota Valsugana, nonché sui rilievi montuosi circostanti, ma che ci permette di intravedere, finalmente, almeno una parte, la dorsale che caratterizza, appunto, il monte de La Marzola.
Riprendiamo, di conseguenza, il percorso primario, che esso resta ancora semplice fino a che giungiamo all’incontro di un ulteriore bivio, quello appunto, del nostro “traguardo”. Ci infiliamo, quindi, ancor di più nel piacente bosco, sostenendo da qui, sino alla cima sostanzialmente, tutta quella fatica che finora ci aveva sostanzialmente “graziato”, affrontando, infatti, un’ascesa costante, sempre relativamente semplice, ma alquanto faticosa (eh, prima o poi doveva arrivare!), lungo un sentiero parecchio più stretto, comunque non esposto, rispetto al tracciato precedentemente abbandonato.
Tuttavia, l’impegno quasi sempre viene ripagato, ed effettivamente, nei pressi di una nuova piazzola di atterraggio, non ci resta che raggiungere l’evidente croce presente alla nostra sinistra per arrivare, finalmente, alla Cima della Marzola. Da qui, infatti, si apre la maggior, nonché migliore, veduta che possiamo avare in questa uscita, una stupenda panoramica a 360° che spazia in una considerevole quantità di rilievi e gruppi montuosi, dal Trentino al Veneto, alcuni di questi, ovviamente, anche di notevole importanza. Partendo con lo sguardo da ovest, possiamo riconoscere facilmente le varie sommità che contraddistinguono le bellissime Prealpi Gardesane Orientali (Tre Cime del Bondone, Stivo e Catena del Baldo), il noto gruppo dell’Adamello, le maestose Dolomiti di Brenta; man mano che ci spostiamo in senso orario, possiamo distinguere, poi, i monti che caratterizzano la conosciuta catena del Lagorai, l’Altopiano di Asiago e, relativamente, più vicina, il particolare Gruppo della Vigolana, noto soprattutto per il Becco di Filadonna. Non possiamo, infine, ignorare la conformazione presente sottostante ad essi, che si dimostra comunque considerevole, caratterizzata rispettivamente dalla nota Valsugana con i laghi Caldonazzo e Levico e, dalla parte finale meridionale della lunga Val d’Adige. Il panorama comunque non finisce qui!
La cresta della Marzola e ritorno al Rifugio Maranza (sentiero 412)
Infatti, il rilievo de La Marzola nella sua massima prominenza è caratterizzata da una paesaggistica cresta che si mantiene in quota per un considerevole tratto, permettendoci così di ammirare ulteriormente lo scenario circostante che contraddistingue questa sommità.
Continuiamo, quindi, il giro proseguendo, come riportando le indicazioni in loco, in direzione sud, ovvero verso la “sorella meridionale” di questa cima, passando, appunto, attraverso l’omonima Sella: scendiamo, di conseguenza, per pochi metri lungo un sentiero stretto, ma comunque relativamente semplice, che attraversa i Piani di Vigo, per arrivare all’evidente Sella della Marzola; da qui, seguiamo ovviamente le indicazioni per la Cima Marzola Sud, che prosegue per la medesima traccia sviluppandosi in falsopiano, superando qualche semplice balzo roccioso, sino ad arrivare sostanzialmente alla seconda croce di questa uscita, sulla sommità, appunto, “sud” de La Marzola. Anch’essa, tuttavia, sul fattore panoramico non ci delude affatto, che in questo punto si presenta “più esposta” sul suggestivo gruppo montuoso della Vigolana e, verso nord, oltre a rivedere i rilievi in lontananza, ci permette di osservare la pertinente cresta che abbiamo appena superato.
Da qui, inoltre, inizia anche la relativa discesa, che ci accompagnerà sostanzialmente sino al ritorno al rifugio di partenza, seguendo sempre le indicazioni, da qui in poi, per il Rifugio Maranza. Affrontiamo, quindi, immediatamente, una discesa abbastanza pendente, tuttavia non difficile, che ci permette di giungere diritti al grazioso bivacco Marzola “Raffaele Bailoni”. Da quest’ultimo, ci reimmergiamo di nuovo nel fitto bosco, seguendo, all’incontro dei vari bivi, sempre la direzione per il Rifugio Maranza. Il sentiero, sufficientemente largo, scende sino al termine dell’uscita con moderata e costante pendenza, non presentando particolari difficoltà, escluso solamente un breve tratto sassoso, dal quale viene richiesto sempre quel minimo di cautela in più per non incappare in qualche spiacevole scivolata.
Affrontiamo, quindi, una serie di zig zag dove il bosco, comunque, ci lascia ancora qualche spiraglio panoramico sulle montagne delle Dolomiti di Brenta e sui rilievi della Paganella, per atterrare, dopo aver smaltito un considerevole dislivello, di nuovo sul largo tracciato, giungendo così presso un’antica calcara. Superata quest’ultima, siamo, praticamente, nella fase conclusiva del giro, dove, continuando sulla sterrata, incontriamo l’indicazione di un paio di forti presenti nelle vicinanze e l’intersezione di altri sentieri. Noi, comunque, manteniamo la direzione ovest, nonché il tracciato (vedi traccia GPX) che continua a scendere riportandoci nuovamente al Rifugio Maranza dopo lo superamento di un ultimo zig zag; ripercorriamo, per forza di cose, a ritroso l’ultimissima parte, per far ritorno alla nostra auto.